“Chiamati ad amare”. L’introduzione del Vescovo al numero di Avvento/Natale 2021 di “ImpegnoCaritas”

Adorazione del Bambino, Gerrit van Honthorst (1590-1656), Firenze, Galleria degli Uffizi

Nelle nostre Caritas parrocchiali tante persone, giovani e adulti, uomini e donne, offrono volontariamente e gratuitamente molto del loro tempo nell’attenzione a chi si trova  in difficoltà.  La loro decisione di mettersi a servizio dei poveri può essere causata da diverse motivazioni: il desiderio di rendersi utili, la gioia sperimentata nell’aiutare altri, l’imitazione di qualcuno che si è reso a noi disponibile in un momento di difficoltà. O forse sono stati spinti da altre ragioni, apparentemente anche molto meno valide.

Dio sa accettare anche le nostre motivazioni meno nobili, ma desidera purificare le nostre intenzioni, perché possiamo arrivare ad essere sempre più simili a Lui nel suo amore gratuito. Un modo in cui ci aiuta a capire questo suo desiderio è l’invito che fa ad ogni battezzato di contemplare la storia della salvezza e di diventarne protagonisti attivi.

Tutti noi nella comunità cristiana possiamo riscoprire questo suo progetto nel vivere l’anno liturgico. In questo tempo di Avvento e di Natale abbiamo l’opportunità di un vero cammino di purificazione del nostro modo di amare e di servire, guardando a Gesù obbediente al Padre e imitando le persone che gli sono state più vicine.

La creatura che più lo ha accolto è sua Madre, la Vergine Maria. Perciò possiamo lasciarci aiutare da Lei.

Maria, “la piena di grazia”, accetta di vivere la sua vita a disposizione di un disegno d’amore che la supera da ogni parte. È Dio che ci ama per primo e ci chiama a collaborare con Lui. La libera decisione di diventare “servi” del Signore e dei fratelli – che Dio ci propone e la cui realizzazione Lui stesso sostiene col dono del suo Spirito  – deriva dalla scoperta e dall’accoglienza della realtà di Dio che ama ogni sua creatura con gratuità, nonostante la nostra debolezza e addirittura il nostro rifiuto.

Dio non ci costringe ad amarlo e a fare ciò che Lui vuole: desidera da noi un amore libero, che si traduca in piena disponibilità e obbedienza. Attende il nostro libero “sì”. Ma per accogliere i piani di Dio non bisogna essere troppo centrati sui propri piani; dobbiamo essere “vuoti”, non pieni di noi stessi, dei nostri desideri, delle nostre attese. Dobbiamo essere liberi, come Maria. E, come Lei, dobbiamo essere attenti alla volontà di Dio e pronti a metterci al servizio dei fratelli che Lui ci mette accanto. Così il Signore Gesù si farà presente nella nostra vita e i poveri che sapremo accogliere diventeranno “i nostri evangelizzatori”.

+Giovanni Paolo Zedda