Una lettura delle vulnerabilità nel 2022 dall’Osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse

La base dell’attività di osservazione e di analisi delle povertà rilevate nel territorio è costituita principalmente dai dati rilevati dai Centri di ascolto presenti nella diocesi. L’obiettivo dell’Osservatorio delle povertà e delle risorse è quello di sostenere in maniera più efficace l’attività di raccolta dati relativa alle persone in difficoltà da parte dei Centri di ascolto e offrire alla comunità locale degli strumenti di analisi, proprio perché la carità cristiana non si esaurisce nell’elemosina ma comprende la conoscenza delle cause della povertà e delle risorse disponibili sul territorio per contrastarla, promuovendo allo stesso tempo la nascita di nuove risposte di aiuto mancanti.

Per capire meglio quali sono state le fragilità che hanno interessato il nostro territorio nell’ultimo anno è stato usato il programma informatico Ospoweb, fornito da Caritas Italiana e attraverso cui gli operatori hanno inserito le informazioni ottenute in occasione dei colloqui effettuati con le persone che ad essi si sono rivolte, nel pieno rispetto della legge vigente sulla privacy e previo consenso degli interessati.

I dati riportati si riferiscono alle persone transitate almeno una volta al Centro di ascolto “Marta e Maria” di Iglesias, alla Casa di prima accoglienza e al Dormitorio “Santo Stefano” di Iglesias, al Centro di ascolto per stranieri “Il Pozzo di Giacobbe” di Iglesias, al Centro di ascolto “Beata Vergine di Valverde” di Iglesias, al Centro di ascolto “San Pio X” di Iglesias, al Centro di ascolto “San Paolo apostolo” di Iglesias, al Centro di ascolto “Santa Chiara di Assisi” di Iglesias, al Centro di ascolto “Cuore Immacolato di Maria” di Iglesias, al Centro di ascolto “San Giuseppe artigiano” di Iglesias, alla Mensa “Sodalitas” di Iglesias, al Centro di ascolto “Madonna del Buon Consiglio” di Carbonia, al Centro di ascolto “San Francesco e Santa Chiara” di Sant’Antioco, al Centro di ascolto “Madre Teresa di Calcutta” di Santadi e al Centro di ascolto “Mater Misericordiae” di Fluminimaggiore.

In realtà il primo colloquio segna l’avvio di un percorso di relazione e accompagnamento che implica diversi incontri: infatti alle 625 persone ascoltate (295 uomini e 330 donne, con un’età media di 49 anni), nel 2022, corrispondono oltre 5.000 colloqui sostenuti dagli operatori.

I cittadini stranieri che nel 2022 hanno chiesto aiuto ai Centri di ascolto diocesani sono stati all’incirca un centinaio, vale a dire il 16,5% del totale delle persone ascoltate. La maggior parte delle persone ascoltate, di sesso maschile (54,5%), proviene dal continente africano: i Paesi di origine prevalenti sono il Marocco e il Senegal.

Fra i vari servizi, si segnala che la Casa di prima accoglienza nel corso del 2022 ha ospitato (una o più volte) 77 persone, mentre il Dormitorio 25. In tali strutture, nello stesso anno, sono stati conferiti complessivamente 10.915 pasti. L’Emporio della Solidarietà nel 2022 ha consentito a 228 persone di fare la spesa gratuitamente, una o più volte, presso i locali di via Crocifisso. Sono 260 quelle che hanno usufruito del servizio nel corso del 2023, fino al 4 novembre. Considerando che i titolari delle tessere dell’Emporio fanno riferimento a nuclei familiari, si stima che le persone che hanno fruito del servizio siano tre le 500 e le 600. Il Servizio di Sostegno Economico, operativo a Iglesias, Carbonia, Sant’Antioco e Santadi, nel corso del 2022 ha sostenuto circa un centinaio di persone, con erogazioni pari a circa 93.000,00 euro e con attività di consulenza e di orientamento alla Fondazione antiusura nei casi di sovra-indebitamento.

Capire quali siano i bisogni delle persone dipende molto dalla capacità di analisi e dalla sensibilità di chi conduce l’ascolto poiché non sempre sono direttamente espressione delle richieste avanzate ma possono essere riconducibili a situazioni di difficoltà o disagio vissute all’interno del nucleo familiare di cui la persona è portavoce. Nel 2022 sono stati rilevati per il 33,5% bisogni di tipo economico, per il 20,8% problemi di occupazione/lavoro e per il 12,9% problemi familiari, seguono in percentuale minore, problemi di salute, di dipendenza, detenzione e altri problemi di varia natura.

Non sempre la richiesta coincide con il bisogno rilevato, in parte perché la prima riguarda le aspettative che la persona nutre verso il Centro stesso e anche perché la persona può non avere piena consapevolezza del proprio disagio o manifestare delle difficoltà nell’affrontarlo. A differenza dei bisogni, dunque, le richieste sono rappresentate da ciò che le persone chiedono esplicitamente quando si rivolgono ai Centri di ascolto.

Nel corso del 2022 sono state registrate complessivamente 5.283 richieste di aiuto. Nello specifico, i dati pongono in luce una significativa preponderanza di richieste di beni e/o servizi materiali (83,5%). A seguire le richieste di sussidi economici (8,3%) e di alloggio (6,1%).

È opportuno sottolineare che le richieste di coinvolgimento, così come quelle di consulenza professionale e orientamento, pongono in luce il riconoscimento da parte delle persone ascoltate della più ampia identità dei Centri di ascolto come luoghi in cui non solo ricevere sostegno immediato, ma anche accoglienza, orientamento e, allo stesso tempo, un parere qualificato e un accompagnamento personalizzato nel percorso di uscita dal disagio.  Si tratta di un aspetto che rivela il modus operandi dei Centri di ascolto Caritas, come antenne di una rete territoriale nell’ambito della quale si collabora in sinergia con le istituzioni e con il mondo degli altri organismi di promozione umana e sociale, non solo di natura ecclesiale.

Per quanto riguarda gli interventi, nel corso del 2022, a fronte delle 5.283 registrazioni di richieste d’aiuto, i dati dei Centri di ascolto hanno permesso di rilevare 4.435 interventi. Il tipo di intervento posto in essere più frequentemente dagli operatori è la fornitura di beni e servizi materiali (81,4%).

Seguono gli interventi compresi nella voce sussidi economici, con una quota pari all’8,0% (per lo più con il pagamento di bollette e tasse inevase e con il pagamento di affitti arretrati). Anche se non sempre si hanno gli strumenti per rispondere alla richiesta esplicitata, con gli interventi effettuati si cerca di soddisfare altri bisogni emersi, anche in modo inconsapevole. Tutto ciò è in linea con l’obiettivo di contribuire, in rete con gli enti e le associazioni presenti nel territorio, allo sviluppo umano sociale integrale delle persone.

Sara Concas
Referente dell’
Osservatorio delle povertà e delle risorse                                                                                               

Il “lavoro povero” negli ultimi Rapporti Caritas della Sardegna

Venerdì 10 novembre, in previsione della VII Giornata mondiale dei poveri (che si è celebrata domenica 19), la Delegazione regionale Caritas della Sardegna ha presentato due Rapporti nella Sala conferenze de “L’Unione Sarda”. Si tratta del XVIII Report regionale su povertà ed esclusione sociale 2023 e del VII Rapporto annuale 2023 “Lavoro, indice di dignità”. Contro la povertà lavorativa: progetti, persone ed esperienze.

Dal Report su povertà ed esclusione sociale emerge che se in Italia nel 2022 l’incidenza della povertà assoluta è aumentata la povertà relativa, invece, è rimasta sostanzialmente stabile, passando dall’11,0% del 2021 al 10,9% dell’anno seguente. La Sardegna, col 15,3%, si colloca
al 7° posto in senso decrescente fra le regioni italiane con la più alta incidenza di povertà relativa, dopo la Calabria (31,6%), la Campania (22,1%), la Puglia (21,0%), la Basilicata (19,1%), la Sicilia (18,8%) e il Molise (18,4%). I nuovi indicatori, frutto della revisione metodologica apportata dall’Istat, pongono in rilievo una diminuzione dell’incidenza della povertà relativa tra il 2021 e il 2022 di 0,4 punti percentuali. Attraverso le fonti Istat è possibile affermare che nel 2022, con
un’incidenza del 15,3%, si trovavano in condizioni di povertà relativa circa 113.000 famiglie sarde (oltre 116.000 nel 2021).

Il migliorato scenario economico del periodo post-pandemico ha fatto in modo che i redditi e i consumi delle famiglie sarde (in particolare di beni durevoli e di servizi) abbiano continuato a crescere anche nel 2022, seppure con un’intensità più contenuta rispetto a un anno prima. Ciononostante, il PIL perso in Sardegna durante la pandemia non sarebbe stato ancora del tutto recuperato. Anche in Sardegna si è registrato un marcato incremento dei prezzi al consumo. Se è vero che nel corso del 2022 il reddito disponibile delle famiglie sarde è cresciuto del 5,6% a valori correnti, è altrettanto vero che la crescita dell’inflazione ha eroso il potere d’acquisto; tanto che il reddito familiare si è ridotto dell’1,2% in termini reali (una contrazione superiore alla media nazionale). La crescita dei prezzi ha inciso in modo particolare sui consumi delle famiglie sarde, tenuto conto del fatto che la componente dei beni alimentari pesa per circa un quarto, seguita dalle spese per le utenze e l’abitazione.

Un importante annotazione sul contesto sociale riguarda il persistere dell’“inverno demografico”. Il bilancio del 2022 continua ad essere negativo. Al 31 dicembre la popolazione residente in Sardegna è inferiore di 12.385 unità rispetto all’inizio dell’anno, nonostante il (piccolo) contributo positivo offerto dal saldo migratorio (+444). Si tratta di una tendenza non nuova, con un saldo naturale (il rapporto tra nati vivi e morti) in affanno oramai da molti anni (-12.829 nel 2022) e che non solo ha portato a una riduzione della popolazione residente ma anche a un invecchiamento della stessa, con inevitabili e importanti conseguenze sui costi socio-sanitari e sul versante pensionistico.

Nell’edizione di quest’anno sia il Report sia il Rapporto annuale hanno concentrato l’attenzione sul tema attualissimo del cosiddetto “lavoro povero” (un aspetto che vede coinvolto circa il 14,0% dei beneficiari Caritas). Un fenomeno che coinvolge donne e uomini, fra cui molti giovani,
che pur occupati non riescono a sostenere le spese della vita quotidiana. Per quanto strano possa sembrare, ci sono individui che pur lavorando
sono costretti a chiedere aiuto ai servizi sociali, alla rete del privato sociale e a ritrovarsi nelle sale d’attesa dei Centri di ascolto Caritas insieme a file di disoccupati e di persone senza alcun reddito. Com’è possibile, dunque, che ci siano persone che pur lavorando sono povere?

La ricerca condotta dalla Caritas pone in luce come vi siano ragioni molteplici, le quali riguardano sia le caratteristiche dell’occupazione sia quelle della famiglia. Certamente vi sono redditi da lavoro bassi i quali possono non essere sufficienti per tutti i componenti della famiglia, soprattutto se il reddito è unico, frutto di un lavoro non-standard, part-time (peggio ancora se involontario) e a tempo determinato. Caratteristiche che, secondo l’Istat, rendono i lavoratori vulnerabili o doppiamente vulnerabili. Nel corso del periodo 2012-2021 la Sardegna ha visto dilatarsi il divario in termini di retribuzioni annue nel confronto con il resto d’Italia (nel 2021 le retribuzioni risultavano inferiori di circa un quarto rispetto alla media delle altre regioni italiane): un fenomeno dovuto sia al minor numero di ore lavorate per addetto (minore intensità di lavoro) sia ai minori compensi orari (a loro volta condizionati dalla prevalenza in Sardegna di aziende di piccole dimensioni, specializzate per lo più nel settore dei servizi per il turismo e del commercio). L’incidenza del lavoro part-time (22,7%) risulta in crescita anche in Sardegna (in particolare per le donne), con un livello decisamente più elevato rispetto alla media italiana. Inoltre, i dati del quinquennio 2018-2022 registrano nell’Isola una forte incidenza anche dei contratti di lavoro a tempo determinato (21,1%).

Raffaele Callia

Le Caritas e il volontariato ecclesiale di promozione della carità a Oristano per il XIII Convegno regionale

Oltre 250 partecipanti provenienti dalle 10 diocesi sarde al convegno regionale delle Caritas parrocchiali e del volontariato ecclesiale di promozione della carità, ieri nella Cattedrale di Santa Maria Assunta a Oristano.

Tra i temi emersi, la formazione, l’ascolto, il volontariato, i giovani.  Il titolo “Non distogliere lo sguardo dal povero” – come ha ricordato l’arcivescovo di Oristano mons. Roberto Carboni nel suo saluto iniziale – è quello scelto dal Papa per la VII Giornata mondiale dei poveri: un tema sempre attuale che siamo chiamati a vivere nelle nostre realtà parrocchiali nel difficile contesto internazionale segnato dai conflitti in Ucraina, in Terra Santa, dai terremoti, dai migranti morti nel Mediterraneo. L’arcivescovo ha richiamato anche il desiderio della formazione: «La Caritas non può fermarsi all’assistenzialismo, ma dobbiamo essere capaci di ascoltare, riflettere, fare discernimento, perché molte situazioni richiedono competenza». Tra i saluti anche quelli del sindaco di Oristano Massimiliano Sanna che ha ringraziato la Caritas per il suo impegno, e ha ribadito l’importanza della sinergia con il Comune per “costruire una città inclusiva, in cui nessuno venga lasciato indietro”.

A introdurre il convegno – coordinato dal delegato regionale Caritas don Marco Statzu – mons. Giovanni Paolo Zedda, Vescovo incaricato della CES per il servizio della carità che ha ripreso le tre vie indicate dal Papa per il 50° di Caritas Italiana coniugandole con il messaggio per la Giornata mondiale dei poveri. «Non distogliere lo sguardo dal povero esige la nostra continua attenzione allo Spirito Santo – ha detto –  e non solo al nostro agire personale e comunitario. Dobbiamo imparare ad ascoltare tutte le voci dello Spirito, che è creatore e creativo, per fare discernimento».

Ancora, gli interventi di padre Massimo Maria Terrazzoni e di Francesca Pitzalis, referente del progetto Elen Joy e del Progetto CASLIS (Constrasto allo sfruttamento lavorativo in Sardegna) della Congregazione Figlie della Carità di San Vincenzo De’ Paoli, che ha ricordato l’importanza di tutti i progetti attivi in Sardegna per il contrasto allo sfruttamento in ogni settore. «Ci facciamo portavoce di storie drammatiche che richiedono uno sforzo da parte di tutti per l’inclusione delle persone che hanno scelto di abitare nel nostro Paese. Oggi sono stati trasmessi messaggi d’amore che rafforzano il lavoro comune verso coloro che hanno più bisogno di noi».

A seguire, la voce di alcuni giovani che hanno partecipato al progetto FiDiamoci della Caritas regionale. «Quest’esperienza mi ha arricchito molto – dice Michela Camedda, della Diocesi di Oristano: – prima di allora non avevo mai fatto volontariato: stare vicina alle persone più bisognose in modo concreto mi ha sensibilizzato». Inoltre, il momento musicale “Oltre le sbarre si vede la luna” curato dalla Caritas diocesana di Oristano, con la musica di Andrea Cutri e la lettura, da parte di Mirella Lutzu, di testi scritti da alcuni detenuti del carcere di Massama.

Infine, i lavori di gruppo e le conclusioni di don Marco Statzu, con le tre parole chiave emerse: l’empatia, il coinvolgimento, l’ascolto; ancora, i tre livelli su cui riflettere e operare: quello della formazione, dell’impegno verso le tante povertà incontrate (non solo materiali, ma anche di ascolto e culturali), della testimonianza dei e verso i giovani. «Questi tre livelli si intersecano tra di loro: Non possiamo accorgerci dell’altro se non alleniamo il nostro sguardo, ma anche se non veniamo aiutati a renderci conto che esistono mondi spesso a noi sconosciuti. Non possiamo pensare di essere semplicemente operatori a senso unico, ma dobbiamo favorire il ricambio generazionale e la freschezza dei giovani presenti nelle nostre comunità». Ancora l’importanza della comunicazione “per dare testimonianza del bene ricevuto e fatto” e della promozione del volontariato.

Maria Chiara Cugusi

Martedì 17 ottobre 2023. Anche la Diocesi di Iglesias aderisce alla giornata nazionale di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione

La Presidenza della CEI ha deciso di promuovere una giornata nazionale di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione. La data scelta è martedì 17 ottobre, in comunione con i cristiani di Terra Santa secondo le indicazioni del Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, che a nome di tutti gli Ordinari ha chiesto alle comunità locali di incontrarsi “nella preghiera corale, per consegnare a Dio Padre la nostra sete di pace, di giustizia e di riconciliazione”.
In un momento di grande dolore e forte preoccupazione per l’escalation di violenza in Medio Oriente, l’invito della Presidenza della CEI è rivolto alle comunità diocesane perché aderiscano all’iniziativa. Per l’occasione è stato predisposto uno schema di preghiera, scaricabile attraverso il link a seguire.

Schema di preghiera

Anche la Diocesi di Iglesias aderisce alla giornata, proponendo:

– dalle ore 10.00 alle ore 17.00 l’Adorazione eucaristica;

– alle ore 12.00 la Santa Messa, presieduta dall’Amministratore apostolico, il cardinale Arrigo Miglio.

Giovedì 19 ottobre, ore 17.00. Presentazione del libro “La nostra marcia (19 ottobre-15 dicembre 1992)”

Il 19 ottobre 2023, alle ore 17.00, presso il Centro culturale di Iglesias (via Roberto Cattaneo 82), sarà presentato il libro dal titolo La nostra marcia (19 ottobre-15 dicembre 1992), a cura di Antonangelo Casula, Tore Cherchi, Peppino La Rosa, Sandro Mantega (Giampaolo Cirronis Editore, 2023).

Il volume ricostruisce le iniziative di sensibilizzazione popolare volte a richiamare l’attenzione delle istituzioni e dell’opninione pubblica sulla crisi del del Sulcis-Iglesiente e sulla necessità di un nuovo sviluppo socio-economico, in un momento di particolare difficoltà – con la chiusura delle miniere – per l’intero territorio. Raccogliendo testimonianze dirette dei protagonisti di quella vicenda, il libro «descrive il contesto, racconta e documenta la Marcia per lo Sviluppo del Sulcis Iglesiente, partita il 19 ottobre 1992 da Teulada e giunta a Roma l’8 dicembre».

Il ricavato delle vendite del libro verrà devoluto interamente alla Caritas diocesana di Iglesias, per potenziare le iniziative della Diocesi di contrasto alla povertà educativa.

Per scaricare il programma dell’evento clicca qui.

 

“Non distogliere lo sguardo dal povero”. Sabato 28 ottobre il XIII Convegno regionale Caritas a Oristano

Sabato 28 ottobre 2023 dalle ore 9.00 alle 17 nella cattedrale di Santa Maria Assunta di Oristano (Piazza duomo) si svolgerà il XIII Convegno regionale delle Caritas parrocchiali e del volontariato ecclesiale di promozione della carità “Non distogliere lo sguardo dal povero” organizzato dalla Delegazione regionale Caritas della Sardegna.

Iscrizioni per il Convegno

Per quanto riguarda la diocesi di Iglesias si precisa che tutte le richieste di iscrizione da parte delle Parrocchie vanno segnalate alla Caritas diocesana entro e non oltre domenica 15 ottobre, chiamando allo 0781.33999 o scrivendo a segreteria@caritasiglesias.it.

I posti a disposizione sono al massimo 40 e l’elenco dei partecipanti verrà stilato seguendo l’ordine di prenotazione.

I costi del viaggio (organizzato con un pullman che partirà da Iglesias) e di iscrizione sono coperti dalla Caritas diocesana.

Alcuni giovani del progetto “FiDiamoci” in visita alla Caritas diocesana di Iglesias

Michela, Martino e Michela. Sono questi i nomi dei tre giovani, accompagnati dalla referente regionale del Servizio Civile Antonella Fulghesu, che mercoledì 13 settembre hanno visitato alcune opere segno della Caritas diocesana di Iglesias, nell’ambito del progetto regionale di volontariato giovanile “FiDiamoci”, promosso dalla Delegazione regionale Caritas della Sardegna.

Con il progetto “FiDiamoci”, promosso dal Nucleo Regionale Servizio Civile – Area Giovani di Caritas Sardegna, si è inteso offrire a ragazze e ragazzi un’esperienza di crescita personale, da giugno a novembre 2023, ricca di momenti di formazione, servizio e testimonianza al fine di sensibilizzarli verso il tema della gratuità e del volontariato conoscendo direttamente le Caritas diocesane sarde e non solo. La proposta è rivolta a giovani dai 19 ai 25 anni.

Un piccolo resocondo della visita è stato realizzato dagli stessi giovani.

Clicca qui per leggere.

Marocco e Libia devastati da terremoti e tempeste

Foto Caritas Italiana

Nel giro di pochi giorni due Stati nordafricani sono stati colpiti da due distinte catastrofi naturali. Nella notte di venerdì 8 settembre, in Marocco, una forte scossa di terremoto di magnitudo 6.8 della scala Richter ha colpito la regione di Marrakech, provocando oltre 2.000 morti e migliaia di feriti. Altrettanti morti sono stati provocati dal ciclone Daniel, nel Nord-Est della Libia, il quale – a causa delle violente piogge torrenziali – ha spazzato via intere aree residenziali.

A ricordare nella preghiera il disastro provocato dal terremoto in Marocco è stato lo stesso Papa Francesco a conclusione dell’Angelus di domenica 10 settembre: «desidero esprimere la mia vicinanza al caro popolo del Marocco, colpito da un devastante terremoto. Prego per i feriti, per coloro che hanno perso la vita – tanti! – e per i loro familiari. Ringrazio i soccorritori e quanti si stanno adoperando per alleviare le sofferenze della gente; il concreto aiuto di tutti possa sostenere la popolazione in questo tragico momento: siamo vicini al popolo del Marocco!».

Parole di vicinanza sono state espresse anche dalla Conferenza episcopale italiana attraverso il suo presidente, il cardinale Matteo Zuppi: «Alle sorelle e ai fratelli del Marocco giunga il nostro profondo cordoglio e la nostra vicinanza. Facendoci prossimi alla popolazione provata da questo tragico evento, preghiamo per le vittime e i loro familiari. Assicuriamo inoltre il sostegno delle nostre Chiese, stringendoci a tutti coloro che sono stati colpiti da questa calamità e alla comunità marocchina in Italia ferita negli affetti». I sentimenti di vicinanza sono stati accompagnati da subito da un’attenzione concreta da parte dei vescovi italiani: come forma di aiuto immediata la CEI ha infatti predisposto lo stanziamento di 300.000,00 euro dai fondi dell’8xmille attraverso l’intervento di Caritas Italiana, la quale è in contatto diretto con Caritas Rabat.

Peraltro, in queste ore Caritas Italiana – unitamente alla Croce Rossa Italiana e alla sezione italiana dell’Unicef –  ha lanciato l’iniziativa del “numero solidale” 45525: una campagna di raccolta fondi straordinaria con numero solidale con il supporto della RAI. Le tre organizzazioni, come si legge sul sito di Caritas Italiana, «hanno deciso di unire gli sforzi per raccogliere fondi necessari per garantire agli uffici sul campo di portare avanti e rafforzare gli aiuti alla popolazione, in particolare alle famiglie e ai bambini, e sostenere il recupero nel medio-lungo periodo. Per aiutare migliaia di persone vulnerabili colpite dal terremoto è possibile donare tramite il numero solidale 45525 con un semplice SMS dal proprio telefono cellulare o con una chiamata da rete fissa».

Una situazione altrettanto critica si registra nella parte Nord orientale della Libia, colpita duramente da un ciclone e da violente piogge torrenziali. Il vice primo ministro del governo parallelo dell’Est libico, Ali al-Gatrani, ha fatto appello alla comunità internazionale affinché intervenga con urgenza nella città di Derna, il cui territorio è stato attraversato violentemente da acqua e fango a seguito del crollo di due dighe.

Raffaele Callia

Terremoto in Marocco: la risposta della CEI e della Caritas Italiana

Il Marocco è stato devastato nella notte di venerdì  8 settembre scorso da una forte scossa di terremoto (magnitudo 6.8 della scala Richter). Colpita in particolare la regione di Marrakech. Le vittime superano il numero di 2mila. Migliaia i feriti e le persone senza alloggio e ingenti i danni materiali. Caritas Rabat si è attivata con la sua Equipe, sta contattando le parrocchie colpite e si sta organizzando per l’assistenza alle persone sfollate.

«Desidero esprimere la mia vicinanza al caro popolo del Marocco, colpito da un devastante terremoto – ha detto papa Francesco all’Angelus di domenica 10 settembre -. Prego per i feriti, per coloro che hanno perso la vita – tanti! – e per i loro familiari. Ringrazio i soccorritori e quanti si stanno adoperando per alleviare le sofferenze della gente; il concreto aiuto di tutti possa sostenere la popolazione in questo tragico momento: siamo vicini al popolo del Marocco!»

La Conferenza Episcopale Italiana ha espresso solidarietà alla popolazione del Marocco.  Come forma di aiuto immediata, ha deciso lo stanziamento di 300mila euro dai fondi 8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica. Lo stanziamento della CEI aiuterà, attraverso Caritas Italiana, a far fronte alle prime necessità.

“Alle sorelle e ai fratelli del Marocco giunga il nostro profondo cordoglio e la nostra vicinanza. Facendoci prossimi alla popolazione provata da questo tragico evento, preghiamo per le vittime e i loro familiari. Assicuriamo inoltre il sostegno delle nostre Chiese, stringendoci a tutti coloro che sono stati colpiti da questa calamità e alla comunità marocchina in Italia ferita negli affetti”, ha affermato il card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI.

Lanciato il numero solidale 45525 da Caritas, Croce Rossa e Unicef

Croce Rossa Italiana, Caritas Italiana e UNICEF, per rispondere al terribile terremoto che ha colpito il Marocco, hanno lanciato una campagna di raccolta fondi straordinaria con numero solidale con il supporto della RAI attraverso RAI per la Sostenibilità – ESG. Le tre organizzazioni umanitarie, da tempo operative nel paese, hanno deciso di unire gli sforzi per raccogliere fondi necessari per garantire agli uffici sul campo di portare avanti e rafforzare gli aiuti alla popolazione, ed in particolare alle famiglie e ai bambini, e sostenere il recupero nel medio-lungo periodo. Per aiutare migliaia di persone vulnerabili colpite dal terremoto è possibile donare tramite il numero solidale 45525 con un semplice SMS dal proprio telefono cellulare o con una chiamata da rete fissa:
• 2 euro al 45525 con SMS inviato da cellulare WINDTRE, TIM, Vodafone, Iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali;
• 5 e 10 euro al 45525 con chiamata da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb e Tiscali;
• 5 euro al 45525 con chiamata da rete fissa TWT, Convergenze, PosteMobile.

Caritas Italiana in contatto con l’Equipe della Caritas locale

Caritas Italiana, che collabora da molti anni con le Caritas in Marocco in vari progetti a favore di persone particolarmente vulnerabili, come i migranti e minori non accompagnati,  è in contatto con l’Equipe Caritas locale e segue con attenzione le notizie che giungono dal Paese nordafricano per monitorare la situazione e valutare gli interventi più urgenti.

“In questo momento – dice il direttore don Marco Pagniello – possiamo solo esprimere a parole tutta la nostra solidarietà, assicurando il sostegno delle nostre comunità che sapranno dare, nei prossimi giorni, segni concreti di vicinanza e condivisione”.

Notizia tratta da www.caritasitaliana.it

“Prevenzione è vita”: 81 esami diagnostici eseguiti il 5 settembre a Iglesias

Il direttore della Caritas diocesana, Raffaele Callia, e l’assessore alle politiche sociali del Comune di Iglesias, Angela Scarpa, ricevono un attestato di ringraziamento da WelfareCare

Martedì 5 settembre 2023, presso piazza Sella a Iglesias, si è concluso l’evento che, grazie al sostegno dei partner (fra cui la Caritas diocesana di Iglesias), ha portato in piazza diverse decine di donne con lo scopo di prevenire l’insorgenza del tumore al seno, attraverso gli esami diagnostici gratuiti.

L’iniziativa è cominciata attorno alle 9.00 del mattino. Ad attendere le donne prenotate per le visite un’équipe composta da personale medico e sanitario, con una clinica mobile in rosa, attrezzata con la strumentazione tecnica necessaria. Alla fine sono stati 81 gli esami senologici effettuati in totale, nello specifico: 31 mammografie e 50 ecografie erogate gratuitamente.
Un modo nuovo di effettuare una visita medica che unisce alla professionalità di un team specializzato anche una location itinerante in grado di offrire un servizio di prevenzione in ogni dove e, per quel che riguarda il periodo attuale di emergenza sanitaria, di poterle attuare nel pieno rispetto delle normative anti Covid.
Per aderire all’iniziativa è stato sufficiente prenotarsi nel sito welfarecare.org nella sezione prenota e presentarsi per l’accettazione con la documentazione stampata e già compilata. Le prestazioni gratuite disponibili e la copertura del servizio durante gli eventi sono correlati alle risorse derivanti dal sostegno dei partner (fra cui la Caritas diocesana di Iglesias) e dai piani di marketing di WelfareCare.