L’economia europea messa alla prova dalla crisi pandemica

Per effetto della pandemia da COVID-19, nel primo semestre del 2020 l’attività economica dell’area euro ha subito una brusca contrazione (con una diminuzione annua del PIL del 6,6% rispetto al 2019), mentre nel secondo semestre ha registrato una parziale ripresa. Anche l’inflazione è diminuita a motivo delle ripercussioni provocate dalla pandemia: nella media del 2020, infatti, l’inflazione nell’area euro è scesa allo 0,3% dall’1,2% del 2019.

A certificarlo è la Banca Centrale Europea, che ha recentemente pubblicato il suo Rapporto annuale proponendo statistiche e riflessioni macroeconomiche di particolare importanza. “Nella prima metà dell’anno – scrive il presidente della BCE Christine Lagarde nella presentazione – l’attività economica si è contratta bruscamente a seguito delle misure di confinamento e della più elevata avversione al rischio”.

Nel Rapporto si legge che il coronavirus ha provocato la più ampia contrazione dell’economia mondiale dopo la “Grande depressione”. L’economia internazionale, infatti, è stata colpita da una profonda recessione causata proprio dalla diffusione del virus e dalle misure poste in essere per favorire il contenimento del contagio. “La prima ondata della pandemia – precisa il Rapporto – ha colpito i Paesi dell’area dell’euro principalmente tra marzo e aprile, a una velocità e con un’intensità senza precedenti, e nella maggior parte dei Paesi è stata accompagnata da rigide misure di contenimento che hanno interessato l’intera economia. In conseguenza di tali misure, nel primo semestre del 2020 l’attività economica dell’area dell’euro ha registrato una contrazione cumulata pari al 15,3 per cento. Il contenimento della pandemia e la revoca delle misure restrittive, intervenuti a partire da maggio 2020 nella maggior parte dei paesi, hanno determinato una forte ripresa dell’attività nel terzo trimestre. In autunno, tuttavia, l’attività economica ha ricominciato a rallentare e la nuova impennata dei contagi ha provocato un’ulteriore serie di lockdown nell’ultimo trimestre dell’anno, sebbene più mirati rispetto a quelli introdotti durante la prima ondata”.

Grazie all’azione portata avanti dalla Banca Centrale Europea nell’orientare la politica monetaria e stabilizzare i mercati, secondo il presidente Lagarde è stato possibile “contrastare l’impatto avverso della pandemia sull’economica dell’area dell’euro, adottando un insieme articolato di misure che nel corso dell’anno sono state ricalibrate”. Fra queste misure si segnalano, in particolare, l’allentamento dei criteri di idoneità e di altri requisiti applicabili alle garanzie e l’introduzione di un nuovo programma temporaneo di acquisto per l’emergenza pandemica.

Tra i numerosi effetti causati dalla pandemia da COVID-19, si legge nello studio prodotto dalla BCE, “uno dei più pervasivi è stato un livello di incertezza senza precedenti, non solo per l’economia e per la società in senso ampio, ma anche per i singoli individui, nei quali ha generato ansia e spesso confusione. In circostanze del genere – precisa il Rapporto – una comunicazione affidabile, basata sui fatti, chiara e tempestiva da parte delle autorità pubbliche è fondamentale per fornire informazioni di vitale importanza e infondere fiducia”.

Raffaele Callia