
Nel pomeriggio di lunedì 23 giugno, presso i locali della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria in Iglesias, è stato inaugurato il Centro di ascolto per i bisogni di salute integrale “San Giuseppe Moscati”, promosso dalla Caritas diocesana di Iglesias in collaborazione con la Parrocchia Cuore Immacolato di Maria di Iglesias e reso possibile anche grazie all’impiego delle risorse 8xmille della Chiesa cattolica.
La salute integrale della persona è tra le tematiche care alla Caritas nel suo servizio di prossimità concreta, preoccupandosi delle persone fragili, vulnerate da una qualche forma di disagio, avendo il compito di «promuovere, anche in collaborazione con altri organismi, la testimonianza della carità della comunità ecclesiale, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica», come recita il primo articolo dello statuto della Caritas Italiana.
È fuor di dubbio come tra le forme di fragilità presenti nel territorio vi siano anche quelle riguardanti la salute delle persone, in special modo di quanti si trovano in condizioni di vulnerabilità economica. Diversi indicatori, anche alla luce della recente pandemia, pongono in evidenza la crescita di diversi bisogni di salute che condizionano la vita di un numero rilevante di persone che si rivolgono ai servizi della rete Caritas. Si tratta di problematiche che riguardano la sfera delle fragilità della persona in senso integrale, non limitando lo sguardo alle sole problematiche di tipo sanitario.
Da questo stato di necessità nasce l’idea di un Centro di ascolto di salute integrale come strumento che intende completare la risposta ai bisogni della comunità secondo un principio di sussidiarietà, non intendendo interferire con il doveroso servizio pubblico.

«Ogni servizio promosso deve partire da una comunità e deve essere radicato in una comunità» spiega Raffaele Callia, direttore della Caritas diocesana, nel suo intervento introduttivo di presentazione del servizio. «Con la comunità della Parrocchia del Cuore Immacolato, la Caritas diocesana ha pensato questo servizio provando a integrarlo in una realtà più ampia. La scelta del nome, San Giuseppe Moscati, è legata senza dubbio all’esperienza professionale di questo medico e santo vissuto tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento; tra i primi, peraltro, a utilizzare l’insulina nel trattamento del diabete. È poi fondamentale l’aspetto della figura di un laico – ha precisato il direttore della Caritas – che ha dedicato la sua professionalità nel servizio ai più deboli; ed è conosciuto, infatti, come il “medico dei poveri”. Una figura che può essere di stimolo a tanti laici che si impegnano a favore dei più deboli. Il servizio è appunto un Centro di ascolto che nasce per intercettare difficoltà, attraverso il sistema rodato dei Centri di ascolto diocesani e parrocchiali. Non ci sarà un accesso diretto e immediato a tale servizio ma solo dietro orientamento da parte di uno di questi Centri, così da favorire un primo ascolto e un discernimento sui bisogni della persona. Le persone indirizzate in questo Centro di ascolto specifico saranno seguite da medici, infermieri, amministrativi che hanno esperienza in campo sanitario e che proseguiranno l’ascolto in profondità su queste problematiche, avendo poi il compito di orientare le stesse alla rete di servizi, anzitutto quelli pubblici, provando a ridurre quel gap nel servizio di salute che sempre più si registra anche nei nostri territori (le lunghe liste d’attesa, le “pastoie” burocratiche, ecc.). In tutto questo influisce anche la scarsa consapevolezza che le persone hanno – molto spesso per mancanza di strumenti culturali – di quelli che sono i diritti e i doveri in materia di salute. Ecco perché – precisa il direttore della Caritas – tra i servizi offerti da questo nuovo Centro di ascolto vi è anche un sostegno in percorsi pedagogici volti ad adottare degli stili di vita sani (alimentazione, attività fisica, uso consapevole dei farmaci, ecc.), un’azione decisa contro ogni forma di dipendenza, compreso l’azzardo patologico. Tutti questi temi rientrano a pieno titolo nella sfera della salute della persona integralmente considerata. Un ringraziamento va sicuramente ai volontari che hanno fatto un lungo percorso di formazione. A noi sta a cuore in primis la relazione con la persona, lasciando ad altri soggetti la parte prestazionale».
L’importanza di un servizio radicato nella comunità è stata ripreso anche dal parroco del Cuore Immacolato: «Il servizio del Centro di ascolto prende il via all’interno del programma della festa patronale della Parrocchia del Cuore Immacolato di Maria – ha precisato don Roberto Sciolla –sottolineando sia importante contribuire non solo dando la disponibilità di un locale, ma ancora più favorendo la sinergia di tutta una comunità riunita».
Presente, a nome dell’Amministrazione comunale di Iglesias, anche l’assessore alle Politiche sociali e dell’inclusione sociale, Angela Scarpa, la quale ha inteso garantire la massima collaborazione del servizio pubblico nella convinzione che il Centro di ascolto avrà una funzione strategica e farà da cassa di risonanza per migliorare il servizio ai cittadini.
Tanta voglia di formarsi e costruire insieme anche nell’intervento di Giovanna Grillo, direttrice di Casa Emmaus, che di recente ha favorito l’apertura degli Ambulatori “TalitàKum”, nati per rafforzare la rete sociosanitaria del territorio cercando di venire incontro alle famiglie che stanno affrontando una situazione di ristrettezza economica. «È stato fatto un altro passo importante», ha concluso il vescovo di Iglesias, mons. Mario Farci, «che mette ancora una volta in evidenza uno degli aspetti positivi di Iglesias: l’unione dei vari operatori. Non è un caso che oggi siano qui riuniti la Caritas, il parroco, il Comune, il Terzo settore, il vescovo; una rete che dobbiamo cercare di tessere e non dobbiamo temere di vedere in essa eventuali buchi, da rinforzare. È un altro passo avanti che facciamo per il bene. Il bene di tutta la comunità».
Ilaria Perduca