La formazione in Caritas al tempo del Coronavirus

Il tempo della pandemia come opportunità per l’approfondimento formativo

Nel tempo faticoso della pandemia non vogliamo far mancare, come Caritas diocesana, un supporto formativo e informativo. Questo è il senso delle “finestre” che stiamo aprendo sul nostro giornale diocesano perché possa integrare quanto si sta promuovendo a livello parrocchiale.

Anche la relazione con l’altro è stata in qualche modo intaccata dal virus, sfociando in due aspetti tra loro contrapposti: la relazione vista come un desiderio impossibile da realizzare ma anche come paura di essere contagiati. Da una parte la mancanza dei contatti sociali ci ha rivelato quanto l’altro sia importante per noi ma ha svelato anche quanto l’altro possa essere fonte di turbamento fino a rappresentare possibilità di malattia e di morte. La prima risposta che abbiamo dato al Coronavirus è stata la quarantena, un rafforzamento dei nostri confini per tutelare la nostra vita ma anche quella degli altri.

Come Caritas diocesana, con prudenza e coraggio, continuiamo ad offrire il nostro servizio di ascolto, accoglienza e prossimità concreta ai tanti nostri fratelli e sorelle provati da questa emergenza. Allo stesso tempo sentiamo necessario non rinunciare anche alla formazione.

Siamo stati costretti ad interrompere gli itinerari formativi di accompagnamento per le Caritas parrocchiali. Come équipe formatori della Caritas diocesana non ci siamo scoraggiati ma stiamo approfittando di questo momento di pausa forzata per continuare a formarci con l’ausilio dei mezzi digitali e con l’aiuto di formatori qualificati che, con generosità e professionalità, Caritas Italiana e la Delegazione regionale Caritas Sardegna ci stanno mettendo a disposizione. Proprio alcuni giorni orsono ci siamo incontrati virtualmente, a livello regionale, con le équipe formative delle altre Diocesi della Sardegna. Non sta mancando anche l’autoformazione. Come équipe diocesana stiamo aggiornando i percorsi formativi così come l’articolo 1 dello Statuto della Caritas Italiana ci invita a fare: “La Caritas Italiana è l’organismo pastorale costituito dalla Conferenza Episcopale Italiana al fine di promuovere, anche in collaborazione con altri organismi, la testimonianza della carità della comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica”. Il nostro impegno è dunque quello di riprendere, appena possibile e in presenza, la formazione e l’accompagnamento delle Caritas parrocchiali

Papa Francesco, nel messaggio per la IV Giornata mondiale dei poveri, al numero 4 ci ricorda che “Sempre l’incontro con una persona in condizione di povertà ci provoca e ci interroga. Come possiamo contribuire ad eliminare o almeno alleviare la sua emarginazione e la sua sofferenza? Come possiamo aiutarla nella sua povertà spirituale? La comunità cristiana è chiamata a coinvolgersi in questa esperienza di condivisione, nella consapevolezza che non le è lecito delegarla ad altri. E per essere di sostegno ai poveri è fondamentale vivere la povertà evangelica in prima persona. Non possiamo sentirci “a posto” quando un membro della famiglia umana è relegato nelle retrovie e diventa un’ombra. Il grido silenzioso dei tanti poveri deve trovare il popolo di Dio in prima linea, sempre e dovunque, per dare loro voce, per difenderli e solidarizzare con essi davanti a tanta ipocrisia e tante promesse disattese, e per invitarli a partecipare alla vita della comunità”.

In questo  nuovo anno pastorale ci siamo proposti di essere più vicini alle Caritas parrocchiali, per accompagnarle anche con la formazione. Appena sarà possibile e le condizioni sanitarie lo permetteranno provvederemo ad attivarci e riprendere con gioia i percorsi formativi interrotti, attivarne di nuovi e poterci abbracciare come fratelli e sorelle in Cristo.

Aldo Maringiò