La crescita delle disuguaglianze, fonte di ingiustizia sociale

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A leggere i dati dell’ultimo Rapporto Oxfam Italia (pubblicato a gennaio di quest’anno), dal titolo La pandemia della disuguaglianza, sembrerebbe che il Covid abbia moltiplicato la sperequazione a livello globale. Nel corso degli ultimi due anni, infatti, i 10 uomini più ricchi del pianeta hanno più che raddoppiato i propri patrimoni (passati da 700 a 1.500 miliardi di dollari); nello stesso periodo, invece, 163 milioni di persone sono divenute povere a causa della pandemia. Si pensi che il fondatore e presidente di Amazon – la cui ricchezza è cresciuta oltre ogni misura proprio durante la pandemia –, in questi due anni ha guadagnato più di 81 miliardi di dollari: una cifra corrispondente al costo completo stimato della vaccinazione (con tre dosi) per l’intera popolazione mondiale. In quest’oceano di sperequazione i 10 super-ricchi del pianeta detengono una ricchezza sei volte superiore al patrimonio del 40% più povero della popolazione mondiale, costituito da oltre 3 miliardi di persone.

Le disuguaglianze, dunque, hanno continuato a crescere allargando il divario preesistente tra Nord e Sud del pianeta. Non solo: le disuguaglianze sono molto cresciute anche nelle democrazie avanzate, soprattutto a partire dagli anni Ottanta del Novecento. La globalizzazione economica e l’innovazione tecnologica da un lato; un certo tipo di relazioni industriali e le politiche di contenimento delle risorse spese per il welfare dall’altro lato, hanno senza dubbio accelerato tale processo. Peraltro, le conseguenze della pandemia e l’invasione dell’Ucraina a fine febbraio 2022 hanno contribuito ad aggravare il quadro generale.

La disuguaglianza continua a costituire una sorta di ferita aperta anche in Italia, con la persistenza di un’ampia disparità fra i troppo ricchi e i troppo poveri: una disuguaglianza cristallizzatasi nel corso degli anni e in grado di determinare una sostanziale immobilità sociale ed economica, con un conseguente divario nella distribuzione del reddito che colpisce maggiormente le fasce più deboli. Tutto ciò si è tradotto in una condizione di sostanziale ingiustizia, la cui percezione di ineluttabilità è all’origine dei sentimenti di rabbia e di rancore sociale sviluppatisi in questi ultimi anni.

Stando alle stime elaborate recentemente da “Sbilanciamoci”, un think tank cui fanno riferimento diverse organizzazioni, si calcola che i 2.000 italiani più ricchi del Paese detengano una ricchezza superiore a quella dei 25.000.000 italiani più poveri: una sola di queste persone più ricche detiene il patrimonio di 15.000 poveri. Attraverso diverse fonti, fra cui il Global Wealth Report dell’Istituto di ricerca “Credit Suisse” (Global Wealth Report 2022. Leading perspectives to navigate the future), si arriva a stimare che i più ricchi detengano un quarto della ricchezza totale del Paese, mentre una trentina di anni fa ne detenevano “soltanto” il 17,0%. Lo 0,01% più ricco d’Italia (pari a 5.000 persone) avrebbe nelle proprie mani il 7,0% della ricchezza nazionale e un patrimonio medio di 128 milioni di euro.

Il tema delle disuguaglianze è sempre più al centro del dibattito pubblico e della riflessione scientifica, non solo sul versante della letteratura specialistica internazionale ma anche in ambito italiano, divenendo oggetto di confronto ampio e dialettico per molti studiosi, i quali hanno prodotto analisi e ricerche di particolare rilievo anche in questi ultimi anni.

Come ha scritto Papa Francesco nel suo messaggio in occasione della VI Giornata mondiale dei poveri, la povertà che uccide «è la miseria, figlia dell’ingiustizia, dello sfruttamento, della violenza e della distribuzione ingiusta delle risorse. È la povertà disperata, priva di futuro, perché imposta dalla cultura dello scarto che non concede prospettive né vie d’uscita. È la miseria che, mentre costringe nella condizione di indigenza estrema, intacca anche la dimensione spirituale, che, anche se spesso è trascurata, non per questo non esiste o non conta». La questione decisiva rimane dunque quella riguardante la giustizia sociale, la quale rende quanto mai urgente e inderogabile la lotta alle disuguaglianze.

Raffaele Callia

7 novembre 2022. Presentazione del XVII Report regionale su povertà ed esclusione sociale 2022 e del VI Rapporto annuale 2022

Lunedì 7 novembre 2022, in vista della VI Giornata mondiale dei Poveri indetta da Papa Francesco, alle ore 9 nella sala Benedetto XVI del Seminario Arcivescovile di Cagliari (via mons. Cogoni, 9) si svolgerà la conferenza stampa di presentazione del XVII Report regionale su povertà ed esclusione sociale 2022 e del VI Rapporto annuale 2022 “Di padre in figlio”. Contrastare la trasmissione della povertà intergenerazionale in Sardegna. Attività, progetti ed esperienze formative realizzati dalla Delegazione regionale Caritas Sardegna.

Verranno esaminate le problematiche emergenti relative alla povertà e ai bisogni rilevati sul territorio regionale nel 2021/2022, sulla base dei dati forniti dai Centri d’ascolto delle Caritas diocesane della Sardegna, strumenti privilegiati di incontro e osservazione del disagio. Il Rapporto di quest’anno contiene un approfondimento quantitativo e qualitativo sul tema della trasmissione della povertà intergenerazionale in Sardegna.

Oltre all’analisi delle povertà, verrà fornita anche la descrizione di alcune risposte progettuali proposte dalle Caritas diocesane dell’Isola per il contrasto della cosiddetta “ereditarietà generazionale” della povertà.

Saluti
S.E. Mons. Giuseppe BATURI, Arcivescovo della diocesi di Cagliari e Segretario generale della CEI

Interventi
Presentazione del XVII Report su povertà ed esclusione sociale in Sardegna 2022
Raffaele CALLIA, Delegato regionale Caritas Sardegna e Responsabile del Servizio studi e ricerche della Caritas regionale

Illustrazione del VI Rapporto annuale 2022, dal titolo “Contrastare la trasmissione della povertà intergenerazionale in Sardegna. Attività, progetti ed esperienze formative”
Maria Chiara CUGUSI, Referente del Servizio Comunicazione della Caritas regionale

Coordina
Don Marco LAI, direttore della Caritas diocesana di Cagliari

Le iniziative diocesane per la VI Giornata mondiale dei poveri

Indicazioni dell’Amministratore apostolico e della Caritas diocesana
per vivere personalmente e comunitariamente la

Sesta Giornata mondiale dei poveri

Domenica 13 novembre 2022, XXXIII domenica del Tempo Ordinario, anche la nostra Chiesa diocesana è chiamata a celebrare la sesta Giornata mondiale dei poveri, guidata dal messaggio del Papa dal titolo “Gesù Cristo si è fatto povero per voi (2 Cor 8,9)”.

Anche per la nostra comunità si propongono occasioni di riflessione, gesti di solidarietà e momenti di preghiera, per i poveri e con i poveri.

Preghiera per i poveri e con i poveri

Per quanto possibile, nelle celebrazioni eucaristiche del 12 e del 13 novembre si esorta a condividere il messaggio del Santo Padre Francesco. In ogni caso si raccomanda di sviluppare una particolare attenzione a questi temi durante le celebrazioni eucaristiche, contemplando delle specifiche intenzioni nella preghiera dei fedeli (attraverso questo link è possibile scaricare una proposta di formulario).

Si invitano alla partecipazione tutti i fedeli, in particolare gli operatori pastorali della Carità.

Inoltre, si propone alle comunità cristiane di promuovere delle adorazioni eucaristiche e di partecipare alla veglia di preghiera diocesana, che si terrà:

  • a Iglesias, il 12 novembre (ore 20.00) presso la chiesa cattedrale Santa Chiara.

Prossimità concreta per i poveri e con i poveri

Ognuno è invitato a lasciarsi coinvolgere con impegno non solo nella riflessione e nella preghiera ma anche nella solidarietà per i poveri, stando con loro. In questa prospettiva, si esorta affinché nelle celebrazioni eucaristiche, prefestive e festive, le collette siano indirizzate al sostegno dei poveri delle comunità parrocchiali (valorizzando in particolare i servizi caritativi presenti) e del Fondo di Solidarietà diocesano. Si rammenta che quest’ultimo viene regolarmente adoperato per sostenere il microcredito rivolto a famiglie in difficoltà e incoraggiare piccole imprese, oltre che, sul fronte dell’occupazione, per favorire l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Sappiamo bene come questo tempo di prova datoci dalla crisi pandemica e da quella energetica stia generando nuove fragilità anche tra i fratelli e le sorelle della nostra Diocesi.

Si esorta a promuovere collette alimentari in tutte le parrocchie della Diocesi, destinandole alle famiglie bisognose delle rispettive comunità parrocchiali, anche in questo caso valorizzando in particolare i servizi caritativi presenti (Caritas parrocchiali, volontariato vincenziano, ecc.). Le parrocchie delle Foranie di Iglesias, Carbonia, Sant’Antioco e Sulcis potranno anche destinare i viveri raccolti ai rispettivi Emporio della Solidarietà (Iglesias) e Centri unici di raccolta e distribuzione (Carbonia, Sant’Antioco e Narcao). Inoltre, si esorta a valorizzare anche iniziative che possano provenire dalla comunità civile e che ci ricordano il compito di dialogare e collaborare anche con altre realtà del territorio che si impegnano sul versante della solidarietà e del bene comune.

Maggiore consapevolezza sui poveri e sulle povertà

Con l’iniziativa “Vieni e vedi” si invitano i parroci a promuovere tra i fedeli delle rispettive comunità parrocchiali delle visite presso alcune delle opere-segno promosse nella nostra Chiesa diocesana. Alcune di esse, infatti, rimarranno appositamente aperte in determinati giorni e orari per consentire, attraverso il dialogo con i volontari presenti, di “venire e vedere” secondo l’esortazione evangelica. A seguire i servizi disponibili:

  • Centro di ascolto diocesano “Marta e Maria” (Iglesias, via della decima 4): domenica 13 novembre, dalle 09.30 alle 12.00;
  • Centro di ascolto interparrocchiale “Madonna del Buon Consiglio” (Carbonia, via Satta 150): domenica 13, dalle 09.30 alle 12.00;
  • Emporio della Solidarietà (Iglesias, via Crocifisso 97): mercoledì 9, dalle 09.00 alle 12.00;
  • Centro unico di raccolta e distribuzione (Carbonia, via Lubiana 174): sabato 12 (dalle 16.30 alle 18.00) e domenica 13 (dalle 10.00 alle 12.00).

Si coglie l’occasione per ricordare che l’elenco completo dei servizi caritativi è consultabile al seguente link:
https://www.caritasiglesias.it/contatti/

 

Tra le iniziative di prossimità concreta per i poveri e con i poveri, si segnala “La settimana della solidarietà” organizzata dalle Caritas parrocchiali di Carbonia. In tutte le parrocchie di Carbonia, da lunedì 7 a domenica 13 novembre 2022, in occasione della VI Giornata mondiale dei poveri, si procederà ad una raccolta di prodotti di prima necessità da destinarsi alle famiglie più bisognose della città di Carbonia. In ciascuna parrocchia si potranno portare generi alimentari a lunga conservazione, prodotti per la pulizia della casa e per l’igiene personale. Le donazioni saranno poi conferite al Centro di raccolta e distribuzione viveri Caritas di Carbonia (in via Lubiana, 174) e saranno distribuiti alle oltre 130 famiglie che mensilmente affluiscono al Centro.
Il Centro Caritas, costituito nel 2009 dalle sette Caritas parrocchiali della città, è impegnato con numerosi volontari nel venire incontro alle esigenze di tante famiglie del territorio. Ultimamente, per diversi motivi, i prodotti che provenivano dalla Comunità europea, attraverso i fondi gestiti da AGEA (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), e FEAD (Fondo europeo per le famiglie in estremo stato di indigenza), arrivano in maniera sempre più dilazionata; per questo motivo si fa appello alla sensibilità di tutti, per condividere quanto possibile con coloro che ne hanno bisogno.

Il tema delle povertà è assai complesso e, come ci insegnano gli studi e le ricerche esistenti, è un fenomeno multidimensionale. Sentiamo dunque l’urgenza di sviluppare una maggiore consapevolezza, anzitutto umana ed esperienziale, attraverso l’incontro quotidiano con quanti, con la propria debolezza e fragilità, esprimono il volto del Signore Gesù. Altrettanto importante è l’avere contezza della portata del fenomeno nella sua complessità, anche attraverso il servizio di quanti, all’interno della Chiesa, come nel caso della Caritas, ascoltano e osservano sistematicamente il disagio dei nostri fratelli e sorelle. A questo proposito si segnala che la Delegazione regionale della Caritas, il 7 novembre p.v., presenterà a Cagliari il “Report su povertà ed esclusione sociale in Sardegna 2022” (disponibile da quel giorno sul portale www.caritassardegna.it). Il tema di approfondimento dell’edizione di quest’anno è la trasmissione intergenerazionale della povertà.

Iglesias, 31 ottobre 2021

Le Caritas parrocchiali sarde riunite a Tortolì per il XII Convegno regionale “Guidati dal Vangelo, insieme agli ultimi, con creatività”

Circa 400 partecipanti provenienti dalle Caritas parrocchiali delle varie diocesi sarde a cui si aggiungono i volontari della Caritas diocesana Tortoli hanno partecipato lo scorso sabato al XII Convegno regionale delle Caritas parrocchiali “Guidati dal Vangelo, insieme agli ultimi, con creatività”. Convegno coordinato dal delegato regionale Caritas Sardegna Raffaele Callia che ha ricordato le nuove sfide che interpellano la Caritas, all’indomani della pandemia, della guerra in Ucraina e sullo sfondo del percorso sinodale della Chiesa in Italia, segnato anche dal 50mo anniversario di Caritas italiana. In apertura dei lavori, mons. Antonello Mura, vescovo di Nuoro e Lanusei, e presidente della Conferenza episcopale sarda ha salutato i presenti, volontari e operatori delle Caritas parrocchiali e diocesane sarde. A seguire si è data lettura del messaggio di saluto del presidente della Regione, Christian Solinas, mentre il saluto di benvenuto è stato rivolto dal sindaco di Tortolì Massimo Cannas che ha ringraziato il vescovo per la attenzione e per la crescita delle comunità, ricordando ruolo insostituibile della Caritas nel territorio.

Ancora l’introduzione del vescovo emerito di Iglesias e incaricato della CES per il servizio della Carità mons. Giovanni Paolo Zedda (connesso da remoto) che ha ripreso alcuni passaggi del messaggio di Papa Francesco per la VI Giornata mondiale dei poveri, indetta per il prossimo 13 novembre. «Dobbiamo lasciarci guidare dal Vangelo- ha detto- per essere disponibili a un cambiamento, evitando la trappola del “si è sempre fatto cosi”, imparando a vivere la comunità con spirito sinodale e a guardare la storia a partire dai poveri».

A seguire le tre relazioni sulle tre vie indicate dal Papa in occasione del 50mo anniversario di Caritas Italiana, quella sulla “via del Vangelo” affidata al biblista Michele Antonio Corona, che ha messo in luce alcune parole chiave, tra cui l’annuncio, la parola e l’azione secondo lo stile evangelico, il servire che è amare, l’importanza della comunità attraverso cui perseguire tale via. Ancora Suor Anna Cogoni ha parlato della “via degli ultimi”, raccontando anche le esperienze concrete portate avanti accanto alle donne vittime di violenza, ai padri separati, opere che nate dall’incontro diretto e concreto con il bisogno.

E poi la via della creatività raccontata da due giovani Valentina Musina e Angelo Arcadu, impegnati attivamente nella Diocesi di Nuoro in diverse esperienze di servizio accanto ai fragili, che hanno evidenziato quello che può essere il ruolo dei giovani nel portare nuove idee, rinnovare l’impegno Caritas in continuità con quanto fatto finora, innescando allo stesso tempo percorsi di cambiamento.

Dopo, i partecipanti delle varie Caritas parrocchiali, suddivisi in gruppi, hanno riflettuto sui contributi offerti la mattina cercando di delineare i possibili scenari futuri per la Caritas. In chiusura, ha emozionato il pubblico l’esibizione della cantante Manuela Mameli, accompagnata con la chitarra di Massimo Satta. Gli applausi fragorosi hanno chiuso una serata ricca di scambi di esperienze e spunti di riflessione.

Tratto da www.caritassardegna.it

Il Progetto Policoro di Iglesias alla LXXII giornata nazionale dell’ANMIL

Domenica 9 ottobre, presso la parrocchia Santo Stefano a Quartu Sant’Elena, alla ricorrenza della 72° giornata nazionale per le vittime degli incidenti del lavoro promossa dall’Anmil (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro) erano presenti anche le animatrici di comunità del Progetto Policoro della diocesi di Iglesias. La giornata è stata aperta dai saluti dell’arcivescovo di Cagliari, Mons. Baturi, ai quali ha fatto seguito la celebrazione della Santa Messa.

A seguito della celebrazione si è svolto un incontro intitolato “Per un lavoro senza ferite”, aperto dal saluto delle autorità. All’evento erano presenti il presidente provinciale dell’ANMIL, Antonio Piredda, il direttore della Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Cagliari, il diacono Ignazio Boi e, a nome del Comune di Quarto, la dott.ssa Rita Murgioni (presidente del Consiglio comunale). Inoltre, era presente il dott. Giuseppe Pintor, presidente provinciale dell’INAIL.

L’impegno dell’ANMIL è volto anche a sensibilizzare l’opinione pubblica, media e istituzioni, sul drammatico fenomeno degli infortuni sul lavoro. L’iniziativa si è svolta sotto l’alto patrocinio della Presidenza della Repubblica. Lo stesso Presidente Mattarella ha scritto un messaggio di ringraziamento all’Anmil per l’impegno con cui assiste e sostiene i lavoratori, ricorando l’importanza di questa giornata: “La Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro è occasione preziosa per richiamare l’attenzione su un fenomeno inaccettabile in un Paese moderno che ha posto il lavoro a fondamento della vita democratica. L’affermazione dei diritti sui luoghi di lavoro, primo quello alla vita, oltre che essere un termometro della vita civile, è un generatore di valore per la società, per i lavoratori, per le imprese”.

La mattinata si è conclusa con la consegna degli attestati, i distintivi d’onore Inail e la targa in memoria di Pietro Steri, ex minatore
ed associato dell’ANMIL, in ricordo della sua scomparsa.

Aurora Fonnesu

Un pastore testimone della carità

Convegno regionale della Caritas (Mogoro 2010)

«Nella sua prima Lettera Enciclica, Deus Caritas est, il Santo Padre Benedetto XVI ci ricorda come il programma dei cristiani, di ogni cristiano, debba comprendere anche un impegno quotidiano nel far pulsare ‘un cuore che vede’: un cuore capace di vedere ‘dove c’è bisogno di amore’ e agire ‘in modo conseguente’ (n. 31). Quel cuore pulsante e vivo nella bimillenaria storia della Chiesa trova espressione, ancora oggi, nei tanti modi di essere vicini a chi soffre, a chi vive una condizione di fragilità materiale e spirituale, a quanti, in vario modo, manifestano un bisogno d’amore; quel bisogno che si coglie in maniera incisiva anche nelle nostre comunità ecclesiali […]. Il “cuore che vede” è il cuore delle nostre comunità cristiane. Un cuore che, anche grazie al servizio delle Caritas diocesane e parrocchiali, si impegna quotidianamente nell’ascolto dei poveri, nell’osservazione delle povertà e nel necessario discernimento alla luce del Vangelo».

Con queste parole il vescovo Giovanni Paolo, in qualità di vescovo delegato dalla Conferenza episcopale sarda per il servizio della carità, firmò la sua presentazione al Rapporto 2007 su povertà ed esclusione sociale in Sardegna, proprio nel suo primo anno di ministero episcopale nella nostra diocesi. Queste parole ci ricordano l’attenzione con cui egli ha sempre seguito il tema delle povertà, in un territorio che ha vissuto e continua a vivere una crisi profondissima sotto il profilo non solo sociale ed economico, assicurando un impegno generoso sul versante pastorale della testimonianza della Carità. Un impegno incessantemente rinnovato sia negli anni in cui è stato direttore della Caritas diocesana don Roberto Sciolla sia negli anni seguenti, in cui non ha fatto mai mancare una costante accoglienza e disponibilità all’ascolto, non solo degli operatori, dei volontari e dello stesso direttore della Caritas, ma delle molte persone che, di volta in volta, nel susseguirsi degli anni, hanno continuato a bussare alla porta dell’episcopio per chiedere una parola di conforto, un parere e una mano concreta d’aiuto.

Dal primo anno di episcopato mons. Zedda ha sempre garantito la sua presenza premurosa anche agli incontri della Delegazione regionale Caritas della Sardegna, in un ambito pastorale divenuto nel tempo sempre più impegnativo e che ha visto crescere il servizio delle dieci Caritas diocesane dell’Isola sia in termini quantitativi (con progetti, servizi, coordinamenti, convegni, emergenze, ecc.) sia qualitativi. Come a livello diocesano, anche a livello regionale sono stati anni complessi e faticosi, dalla decennale crisi economico-finanziaria avviatasi proprio all’inizio del suo episcopato fino ad arrivare alle sfide più recenti: la pandemia, con le sue conseguenze sociali ed economiche e, più recentemente, l’inflazione e il rincaro del costo energetico, in uno scenario di grande incertezza derivante dalla guerra nel cuore dell’Europa.

L’annuncio comunicato ufficialmente giovedì 6 ottobre da Mons. Zedda e dal cancelliere vescovile al clero diocesano, ai religiosi, alle religiose e ai responsabili degli uffici diocesani, convocati alle ore 12.00 nell’auditorium del palazzo vescovile in Iglesias, ha fatto venire in mente tutti questi anni trascorsi insieme e rende necessarie, in queste ore, le dovute espressioni di gratitudine per il nostro Pastore da parte di tutti gli operatori e i volontari della Caritas diocesana, col suo direttore. In pari tempo, al cardinale Arrigo Miglio, che come Amministratore apostolico è chiamato dal Santo Padre a guidare il percorso che condurrà all’arrivo del nuovo vescovo, la Caritas diocesana esprime gli auguri di un buon servizio pastorale.

«Il servizio offerto quotidianamente in favore dei poveri, in seno alla Chiesa sarda e in particolare alla Caritas, – scriveva mons. Zedda nella citata presentazione del Rapporto 2007 della Delegazione regionale – sia sempre spinto dall’amore di Cristo e guidato dalla fede in Lui. Come ci ricorda il Santo Padre, al numero 33 della sopraccitata Enciclica, chi ama Cristo «ama la Chiesa e vuole che essa sia sempre più espressione e strumento dell’amore che da Lui promana». Come operatori impegnati nel servizio di testimonianza della Carità continueremo a fare nostra questa esortazione, con l’aiuto del Signore. Ancora grazie al nostro vescovo Giovanni Paolo.

La Caritas diocesana

Il 29 ottobre il XII Convegno delle Caritas parrocchiali “Guidati dal Vangelo, insieme agli ultimi con creatività”

Sabato 29 ottobre 2022 dalle ore 9.30 alle 17 nell’Auditorium Fraternità presso la sede della Caritas diocesana a Tortolì (via Papa Giovanni Paolo II) si svolgerà il XII Convegno regionale delle Caritas parrocchiali “Guidati dal Vangelo, insieme agli ultimi con creatività” organizzato dalla Delegazione regionale Caritas Sardegna.

«Il Convegno  – spiega Raffaele Callia, delegato regionale Caritas Sardegna  – si colloca in un contesto caratterizzato dal cammino sinodale della Chiesa, dal mandato del Santo Padre in occasione del 50mo di Caritas Italiana (la via degli ultimi, del Vangelo e della creatività) celebrato nel giugno 2021, ma anche dal perdurare delle difficoltà legate alla pandemia e dallo scenario di una guerra nel cuore dell’Europa, con tutte le sue conseguenze geopolitiche, sociali, culturali, economiche ed ecclesiali». In tale contesto «l’iniziativa  – continua il delegato –  ha l’obiettivo di proseguire e sviluppare ulteriormente la riflessione e la rilettura dell’impegno, delle attività formative e promozionali, delle opere e dei servizi delle Caritas parrocchiali e diocesane sarde in continuità con quanto emerso dal 42mo Convegno nazionale delle Caritas diocesane, svoltosi a Rho (Milano) nel giugno 2022. I risultati del Convegno regionale saranno messi a disposizione, in termini di analisi e soprattutto proposte, del cammino sinodale delle diocesi sarde».

Dopo l’accoglienza dei partecipanti e i saluti di Mons. Antonello Mura, vescovo di Nuoro e Lanusei e presidente della Conferenza episcopale sarda, di Christian Solinas, presidente della Regione Sardegna, di Massimo Cannas, sindaco di Tortoli, ci sarà la preghiera e la lectio a cura di Mons. Antonello Mura e l’introduzione di Mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo emerito di Iglesias e incaricato per il Servizio della Carità della Conferenza episcopale sarda sul tema “Gesù Cristo si è fatto povero per voi (2 Cor 8,9)”. Seguiranno gli interventi di Michele Antonio Corona, biblista su “La via del Vangelo”; di  Suor Anna Cogoni, Figlia della Carità di San Vincenzo su “La via degli ultimi”; di Valentina Musina e Angelo Arcadu (diocesi di Nuoro) su “La via della creatività”.

Nel pomeriggio si svolgeranno i lavori di gruppo unitari sulle tre vie proposte al mattino, concentrando l’attenzione sul tema “La Caritas parrocchiale del futuro: cosa smettere di fare, cosa iniziare a fare, cosa continuare a fare, cosa ridurre/diminuire”; a seguire, il momento musicale curato da Manuela Mameli e il confronto conclusivo su Possibili sentieri per proseguire il percorso nell’ambito del comune cammino sinodale” a cura di Raffaele Callia, delegato regionale Caritas Sardegna.

Il convegno sarà trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube Caritas Sardegna.

Le richieste di iscrizione da parte delle Caritas parrocchiali vanno segnalate alla Caritas diocesana entro e non oltre domenica 16 ottobre, chiamando allo 0781.33999 o scrivendo a segreteria@caritasiglesias.it.

Il cardinale Arrigo Miglio Amministratore apostolico della diocesi di Iglesias

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Iglesias, per raggiunti limiti d’età, presentata da mons. Giovanni Paolo Zedda e ha nominato Amministratore apostolico della medesima diocesi il cardinale Arrigo Miglio, arcivescovo emerito di Cagliari.

L’annuncio è stato comunicato ufficialmente giovedì 6 ottobre da Mons. Zedda e dal cancelliere vescovile al clero diocesano, ai religiosi, alle religiose e ai responsabili degli uffici diocesani, convocati alle ore 12.00 nell’auditorium del palazzo vescovile in Iglesias.

La Caritas diocesana, col suo direttore, gli operatori e tutti i volontari, esprimono la filiale gratitudine ed affetto per il servizio reso da mons. Zedda a beneficio della Chiesa particolare di Iglesias in oltre quindici anni, non facendo mai mancare la sua paterna premura in termini di presenza costante, ascolto e discernimento, con una particolare attenzione nei confronti dei poveri, degli ammalati e dei sofferenti del territorio diocesano.

In pari tempo, al cardinale Arrigo Miglio, che come Amministratore apostolico è chiamato dal Santo Padre a guidare il percorso che condurrà all’arrivo del nuovo vescovo, la Caritas diocesana esprime gli auguri di un buon servizio pastorale.

Unitamente alla gratitudine e alla rinnovata disponibilità, la Caritas diocesana assicura la preghiera di quanti operano ogni giorno al servizio dei poveri.

Alan Kurdi, Loujin Ahmed Nasif e i bambini mai arrivati in salvo

Photo by Antoine Merour on Unsplash

La mattina del 2 settembre di 7 anni fa, sulla spiaggia turca di Bodrun,  fu ritrovato il corpo senza vita di Alan Kurdi, un bambino curdo-siriano di tre anni. L’immagine di quel corpicino inerme riverso sulla sabbia, con ancora indosso una maglietta rossa, i pantaloncini e le scarpette ai piedi, turbò profondamente la coscienza collettiva. Se ne discusse per giorni e un po’ tutti ci scandalizzammo sopraffatti dall’emozione. Dopodiché, tutto tornò come prima.

Da quel settembre del 2015, infatti, hanno continuato a viaggiare nel Mediterraneo e a morire molte altre persone, fra cui non pochi bambini. Qualche giorno fa è stata la volta di Loujin Ahmed Nasif, un’altra bambina siriana di cui – questa volta – si è parlato per pochissimo tempo; quasi come se le nostre coscienze, troppo distratte, si stessero lentamente abituando anche alla morte tragica dei più piccoli fra i migranti.

Eppure, a maggio di quest’anno, come segnala il Rapporto dell’UNHCR Global trends, sono oltre 100 milioni le persone che risultano essere in fuga nel mondo a causa di persecuzioni, conflitti, violenze, violazioni di diritti umani o eventi che compromettono gravemente l’ordine pubblico. Ad essi si aggiungono i cosiddetti migranti ambientali, persone che fuggono da territori resi inabitabili da catastrofi “naturali” (desertificazioni, inondazioni, siccità, uragani e tifoni, avvelenamento di aria, acque e terreni) provocate dai sempre più gravi cambiamenti climatici. A questo proposito l’Internal Displacement Monitoring Centre stima che nel solo 2021 ci siano stati circa 23,7 milioni di migranti ambientali all’interno dei propri Paesi a causa di eventi meteorologici estremi.

In quest’ultimo periodo in Italia, abbandonati gli stereotipi dell’«emergenza» dei possibili «untori» in epoca di pandemia, sono tornate in auge le narrazioni mediatiche evergreen dell’immigrazione, tipiche di una politica politicante da campagna elettorale. Sono ritornati a galla gli stereotipi comunicativi delle «emergenze» sbarchi, del sovraffollamento a Lampedusa, delle possibili invasioni e della conseguente urgenza di misure di sicurezza. Insomma, un déjà vu alquanto nauseante.

È questa una retorica politica assolutamente miope, come ha ricordato recentemente Andrea Morniroli, che su questo dramma collettivo ha delle responsabilità pesanti: sia «la politica della destra e dei sovranisti che quota la paura sul mercato del consenso elettorale, sia quella dei progressisti che, pur dicendo cose di senso e contrastando teoricamente le discriminazioni e il razzismo, poi firma senza problemi, in nome della nostra sicurezza, gli accordi con i macellai libici, spesso gli stessi che gestiscono il traffico di essere umani, in una sorta di paradosso istituzionale. Facendo finta di non vedere e di non sapere delle migliaia di corpi torturati e stuprati nei centri di contenzione libici e delle migliaia di persone sfruttate, costrette a prostituirsi o ricattate giocando sugli affetti più cari».

A ricordarci che oltre la retorica delle campagne elettorali ci sono le storie, in carne e ossa, delle persone che fuggono dalla disperazione, è ancora una volta la morte di un innocente. È la fine assurda di Loujin Ahmed Nasif, la bambina siriana di quattro anni morta di sete, disidratata su un peschereccio partito dal Libano e che ha vagato per più di dieci giorni senza acqua e cibo, in una nuova e rischiosa rotta verso l’Italia apertasi in seguito ai respingimenti attuati da Cipro.

La fine di questa vita innocente è stata quasi totalmente oscurata dai media, troppo indaffarati a raccontare per giorni, e con dovizia di particolari, il lutto che ha colpito il Regno Unito.

Domenica 25 settembre celebreremo la 108ma Giornata mondiale del migrante e del Rifugiato, guidati dal messaggio del Papa dal titolo Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati. Ed è proprio il pontefice a ricordarci che, alla luce «di quanto abbiamo appreso nelle tribolazioni degli ultimi tempi, siamo chiamati a rinnovare il nostro impegno per l’edificazione di un futuro più rispondente al progetto di Dio, di un mondo dove tutti possano vivere in pace e dignità»: anche gli Alan Kurdi e le Loujin Ahmed Nasif della nostra sventurata epoca.

Raffaele Callia

Progetto “Una chiave spalanca l’orizzonte”

Il progetto si rivolge agli adolescenti di età compresa tra i 12 e i 17 anni che vivono un periodo di affaticamento psicologico. Le attività creative e l’utilizzo di diversi linguaggi espressivi puntano a risvegliare un processo introspettivo e al tempo stesso comunitario fra i partecipanti. In un contesto stimolante, affascinante e mediato dalla presenza di giovani mentori con funzioni educative, i ragazzi possono partecipare, nel pomeriggio, alle diverse attività laboratoriali delle Botteghe esperienziali.

La povertà educativa giovanile rappresenta la sfida che deve animare ogni servizio in ambito ecclesiale, nonché l’orizzonte a cui tendere con idee e progettualità solide e creative, secondo le tre vie indicate da Papa Francesco: “Partire dagli ultimi, custodire lo stile del Vangelo, sviluppare la creatività” (50° anniversario di Caritas italiana).

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