Il 27 maggio, gli undici volontari in Servizio civile presso i Centri di ascolto di Iglesias e Carbonia e la Casa di accoglienza della Caritas diocesana di Iglesias, hanno concluso il loro anno di servizio con una giornata dedicata al bilancio di competenze. Gioia, condivisione e un po’ di emozione hanno connotato questa giornata, che ha visto le ragazze e i ragazzi tirare le fila di un anno impegnativo ma che lascerà un’impronta indelebile nel cuore e nel vissuto di ciascuno. «Cosa porti con te del servizio?» è stata la domanda finale posta a ciascuno di loro, una testimonianza, riportata qui di seguito, che sintetizza 365 giorni di vita donata agli altri, un ricordo per tutti loro, una fonte di ispirazione lasciata a chi sta riflettendo se intraprendere questo servizio e un incoraggiamento a chi lo ha appena iniziato.
Michela (volontaria in Servizio civile presso la Casa di accoglienza “Santo Stefano”, Iglesias): «Il Servizio civile è stata un’esperienza complessa, fatta di alti e bassi. Non sempre è stato facile: ci sono stati momenti in cui mi sono sentita messa alla prova, fuori dalla mia zona di comfort, e a volte ho avuto dubbi su me stessa o sul senso di quello che stavo facendo. Ma è proprio in quei momenti che ho capito quanto potesse essere formativa un’esperienza del genere. Le persone che ho conosciuto lungo il percorso sono state davvero il cuore di tutto: colleghi, utenti, altri volontari. Ognuno a modo suo ha lasciato qualcosa. Ho avuto la fortuna di entrare in contatto con realtà diverse dalla mia, con storie che mi hanno insegnato ad ascoltare meglio, a non dare nulla per scontato, a essere più presente. Sento di essere cambiata, e in meglio. Mi porto con me soprattutto un nuovo modo di relazionarmi con gli altri. Prima tendevo a essere più chiusa, più sulle mie. Ora ho imparato ad aprirmi, ad ascoltare davvero, ad avere più empatia e pazienza. Mi sono resa conto che spesso, dietro atteggiamenti o silenzi, ci sono fragilità o esperienze che non immaginavo. Questa consapevolezza mi ha reso non solo una volontaria migliore, ma anche una persona diversa. Il Servizio civile mi ha insegnato che si può fare la differenza anche nei piccoli gesti, che l’impatto non si misura solo in grandi risultati, ma anche in uno sguardo, in una parola detta al momento giusto. Mi porto via tutto questo: le difficoltà, le soddisfazioni, le persone, le emozioni. E la certezza che, anche se l’anno è finito, ciò che ho imparato continuerà a far parte di me».
Lorenzo (volontario in Servizio civile presso la Casa di accoglienza “Santo Stefano”, Iglesias): «Di questo anno di Servizio civile porto con me una maggiore responsabilità nel saper affrontare le difficoltà, che in alcuni casi non sono mancate e, sempre responsabilità e esperienza per quanto riguarda l’ascolto e la capacità di interagire con persone fragili e meno fortunate di me, che ho avuto
occasione di incontrare nella struttura di prima accoglienza dove ho svolto il mio servizio. Da queste persone non sembra ma ho imparato tanto, alcune delle loro parole le porterò nei miei ricordi per qualche tempo».
Claudia (volontaria in Servizio civile presso la Casa di accoglienza “Santo Stefano”, Iglesias): «È stata un’esperienza che mi ha fatto crescere e grazie alla quale mi sono messa alla prova. Ho avuto la possibilità di conoscere la realtà della Casa di accoglienza e le persone che ne fanno parte. Mi sono sentita accolta fin da subito e sono stati per me una seconda famiglia. Spero che, in piccolo, sia rimasto qualcosa del mio servizio, che porterò sempre nel cuore».
Federico (volontario in Servizio civile presso il Centro di ascolto “Marta e Maria”, Iglesias): «Del Servizio civile mi porto dietro un nuovo modo di approcciarmi con il prossimo in maniera più diretta ed empatica».
Milenka (volontaria in Servizio civile presso il Centro di ascolto inter-parrocchiale “Madonna del Buon Consiglio”, Carbonia): «In questo anno ho imparato che non c’è sempre una soluzione immediata ma esserci è già tanto».
Matteo (volontario in Servizio civile presso il Centro di ascolto inter-parrocchiale “Madonna del Buon Consiglio”, Carbonia): «Dal Servizio civile svolto alla Caritas mi porto dietro una realtà non sempre messa in luce, principalmente di chi ha difficoltà e riesce a sconfiggere la “vergogna” di chiedere aiuto».
Laura (volontaria in Servizio civile presso il Centro di ascolto inter-parrocchiale “Madonna del Buon Consiglio”, Carbonia): «Della esperienza di Servizio civile in Caritas porterò con me il valore della gratuità dell’aiuto. Durante questo anno ho compreso quanto sia importante offrire il proprio tempo, le proprie energie e la propria presenza a chi ne ha bisogno, non per ricevere gratitudine o sentirsi migliori, ma semplicemente perché è giusto farlo. Perché è un dovere civico e, ancora
prima, un gesto profondamente umano. Aiutare senza aspettarsi nulla in cambio significa riconoscere l’altro come parte di una stessa comunità, come qualcuno che merita ascolto, rispetto e sostegno, a prescindere dagli errori che ha commesso o dalle differenze che ci dividono. È un modo per affermare la nostra umanità e per contribuire, nel nostro piccolo, a una società più solidale. Questa consapevolezza mi accompagnerà anche oltre il Servizio civile, come un punto fermo nel mio modo di stare nel mondo».
Mattia (volontario in Servizio civile presso la Casa di accoglienza “Santo Stefano”, Iglesias): «Con me porterò sempre il bellissimo rapporto creato coi miei colleghi che mi ha aiutato ad andare avanti, bellezza della delicatezza di certe realtà che a volte non riusciamo neanche ad immaginare e la grande passione ed impegno dei volontari, persone con grande cuore e grande anima».
Nicola (volontario in Servizio civile presso il Centro di ascolto inter-parrocchiale “Madonna del Buon Consiglio”, Carbonia): «Quest’anno è stato fondamentale per imparare ad ascoltare. Può sembrare banale, ma non lo è. C’è una differenza abissale tra il sentire e l’ascoltare. Quando una persona non parla, non la puoi sentire, ma la puoi ascoltare, ed è incredibilmente affascinante. Non pensavo fosse possibile in un solo anno, che rimarrà impresso in me per sempre».
Fabio (volontario in Servizio civile presso il Centro di ascolto “Marta e Maria”, Iglesias): «Per me il Servizio civile è stata un’occasione unica per poter intraprendere un percorso di miglioramento personale che mi ha insegnato tanto, anche come gestire varie situazioni e non solo, come poter aiutare o interagire con le persone che hanno più difficoltà di noi. Mi ha permesso inoltre di conoscere delle persone splendide che anche loro nel loro piccolo mi hanno dato tanto, mi sono trovato bene con tutte le persone che mi hanno circondato sia colleghi che volontari dove ho trovato splendide amicizie e spero che possano durare anche in seguito. Mi sono messo in gioco e ho fatto un’esperienza unica, interessante e bella. Con questo ringrazio tutti, i volontari, il direttore, la segretaria la OLP e tutti coloro che si sono occupati della nostra formazione».
Angelo (volontario in Servizio civile presso il Centro di ascolto “Marta e Maria”, Iglesias): «Il Servizio civile universale per me è stato un’opportunità per poter conoscere in modo più profondo le difficoltà di oggi, ma anche uno strumento di crescita caratteriale e spirituale».
Ilaria Perduca