Il messaggio pasquale dell’Amministratore apostolico Cardinale Arrigo Miglio alla comunità diocesana

Cosa può significare l’augurio di Buona Pasqua? Pochi giorni fa il Papa si è rivolto ad una città della Spagna, Mérida, ricca di celebrazioni e di riti pasquali quasi come la nostra terra, augurando a tutti di passare dai riti all’Evento. Mi sembrano parole importanti anche per noi.
Siamo fieri e orgogliosi della nostra tradizione di riti che ci avvolgono per tutta la Settimana Santa fino alla domenica di Pasqua e ancora al martedì seguente. Hanno avuto ed hanno una funzione decisamente importante, collocando la Pasqua al centro dell’anno, aiutandoci ad immergerci nei Misteri e nel Mistero. Questi riti hanno finora evitato che la Pasqua diventasse, come invece è per altre regioni del nostro paese, solo un fine settimana speciale e l’occasione per le prime scampagnate fuori porta. No, qui la Pasqua è un’altra cosa.

E allora il primo augurio è quello di passare dai riti all’Evento. Ma subito sentiamo bisogno di chiarirci: quale Evento? Un Evento passato? Se parliamo della crocifissione e della morte di Gesù si tratta certamente di un evento passato: Cristo è morto una volta sola per tutti, ci ammonisce S. Paolo, ed ora è risorto e non muore più (cfr Rm.6,9-10).

Domanda:
anche la Resurrezione è un evento che appartiene al passato?
Quest’anno leggiamo in modo particolare il Vangelo di Marco che, nella sua pagina conclusiva originale, c.16,1-8 (i vv.9-20 sono una aggiunta posteriore, pur sempre accolta nel Canone), ci presenta una scena strana: le Donne vanno al Sepolcro, la tomba è aperta e vuota, l’angelo le invita a tornare dai discepoli e a recarsi in Galilea, dove incontreranno il Signore risorto. Esse allora partono, ma sono piene di paura e non dicono nulla a nessuno.

Dalla tomba vuota alla strada
, per andare verso un Incontro. Così sulla strada avvengono i diversi incontri col Signore Risorto e Gesù stesso la sera di Pasqua penetra nel Cenacolo, dove sonno asserragliati i discepoli, per donare lo Spirito Santo e rimetterli in strada e ritrovarli in Galilea. La Resurrezione di Gesù per ciascuno di loro diventa un Evento che sta davanti, non alle spalle, un Evento verso cui camminare, l’incontro con una presenza vera e reale (non sono un fantasma, ripete Gesù). Proprio come ci tramanda la processione del mattino di Pasqua: S’Incontru! I vangeli ci narrano alcuni incontri del Risorto con le donne e i discepoli, non con Maria la Madre, come invece avviene per le nostre processioni. Mi pare una intuizione fortissima: Maria è la Madre di tutti noi, donataci dalla Croce, ci rappresenta tutti e, finché non avremo incontrato tutti il Risorto, il Suo Incontro con Lui in qualche modo prosegue sulla strada della Storia.

Ecco allora il vero augurio
: che tutti possiamo incontrarlo, Gesù vivo e Risorto, sulla strada di Emmaus o sul monte della Galilea o sulla riva del Lago o nel chiuso della stanza dove ci siamo rintanati. Incontrarlo non una volta sola ma lungo tutto il nostro cammino, non quando decidiamo noi ma quando Lui ci viene incontro, anche se magari non subito lo riconosciamo. È l’augurio di una Pasqua viva, Pasqua del presente e del futuro, un cammino in crescendo verso la pienezza della resurrezione e della vita nuova con Lui.  Buona Pasqua!

Card. Arrigo Miglio

L’Istat pubblica le stime della povertà assoluta in Italia nel 2023

Il 25 marzo scorso l’Istituto nazionale di statistica ha reso note le stime preliminari relative alle spese per consumi delle famiglie con riferimento al 2023, prendendo in esame la serie storica della spesa media mensile delle famiglie del periodo 2014-2023, ricostruita secondo la nuova classificazione internazionale dei consumi individuali secondo lo scopo (COICOP) introdotta lo scorso anno.

Tali dati rappresentano per l’ISTAT una base informativa molto importante per la costruzione degli indicatori della povertà assoluta. Sulla base di tali stime, infatti, sono considerate in condizione di povertà assoluta le famiglie che effettuano una spesa mensile inferiore o pari a una soglia minima corrispondente all’acquisto di un paniere di beni e servizi reputato essenziale a garantire uno standard di vita minimamente accettabile e a evitare forme di esclusione sociale severe.

Ebbene, dalle stime preliminari pubblicate il 25 marzo scorso risulta che la povertà assoluta in Italia è rimasta sostanzialmente stabile. Infatti, tra il 2022 e il 2023 le famiglie italiane in povertà assoluta si attestano all’8,5% del totale delle famiglie residenti (pari a oltre 2.234.000 famiglie; erano l’8,3% nel 2022), corrispondenti a circa 5.752.000 individui (il 9,8% della popolazione italiana; una quota rimasta stabile rispetto al 9,7% del 2022).

Tra il 2022 e il 2023 la spesa media delle famiglie italiane è cresciuta da 2.519,00 a 2.728,00 euro mensili, con un aumento in valori correnti dell’8,3%. Tuttavia, al netto dell’inflazione la spesa media del 2023 è diminuita in termini reali del 10,5% rispetto al 2014. Peraltro, i dati del periodo 2014-2023 mostrano una sostanziale stabilità in valori correnti fino al 2017, quando si è registrato un aumento statisticamente significativo della spesa rispetto al 2016 (+1,5%). Nel biennio successivo la spesa media non ha evidenziato mutamenti significativi, anche a causa degli interventi di redistribuzione a sostegno del potere di acquisto delle famiglie, come l’introduzione del Reddito di Inclusione (2018) e del Reddito e della Pensione di Cittadinanza (2019). Nel 2020, invece, con l’avvento della pandemia la spesa si è contratta fortemente (-9,7%). Nel 2021, il rilancio dell’attività economica ha potuto avvantaggiarsi anche della ripresa della spesa delle famiglie, proseguita anche nel corso del 2022 (+8,7%), seppure in un contesto di sostanziale rallentamento causato principalmente dalla significativa crescita dell’inflazione, rispetto a cui le famiglie italiane hanno dovuto ridurre la propria capacità di risparmio: nei primi tre trimestri del 2023, infatti, il tasso ri risparmio lordo delle famiglie è sceso al 6,6%; un livello – come segnala l’ISTAT – «molto al di sotto dei valori pre-pandemia, segnalando che le famiglie, per far fronte al forte incremento dei prezzi, hanno diminuito la propria capacità di risparmio».

L’andamento dei prezzi nel 2023 ha ulteriormente indebolito la posizione delle famiglie più disagiate, in particolare del Mezzogiorno d’Italia, dove l’incidenza della povertà assoluta familiare ha raggiunto il valore più elevato (10,3%), coinvolgendo circa 866.000 famiglie. Ad essere colpite sono in particolare le famiglie numerose (quelle con cinque e più componenti) e con minori.

Proprio nel caso dei minori, l’incidenza della povertà assoluta familiare nel 2023 ha raggiunto il 12,0%, mentre quella individuale è salita al 14,0% (il valore più alto della serie storica dal 2014). Nel 2023 il numero dei minori stimati che appartengono a famiglie in povertà assoluta è pari a circa 1.300.000. La fascia di popolazione che registra il minor disagio economico è invece quella che va dai 65 anni in su (una quota pari al 6,2%).

Com’è facile immaginare, l’incidenza della povertà assoluta risulta elevata per le famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione (raggiungendo il 20,6%). Infine, appare assai elevata – anche se stabile nell’ultimo anno – l’incidenza della povertà assoluta per le famiglie composte da soli stranieri (35,6%): un dato che mette in evidenza il divario esistente rispetto all’incidenza della povertà assoluta nel caso di famiglie composte da soli italiani (6,4%).

Raffaele Callia

“Cercando la libertà nei deserti esistenziali”: è online la newsletter delle Caritas sarde dedicata alla Quaresima/Pasqua 2024

È online l’ottavo numero della newsletter delle Caritas diocesane della Sardegna IMPEGNO CARITAS dedicato alla Quaresima/Pasqua 2024. Il titolo “Cercando la libertà nei deserti esistenziali” richiama il senso profondo della pubblicazione. «(…) Raccontare è far emergere una persona ritrovata, un mistero visitato, una storia di salvezza – scrive mons. Antonello Mura, Presidente della Conferenza Episcopale Sarda e delegato per la Caritas e Migrantes, nella sua introduzione -. Se ognuno di noi scoprisse quale deserto è chiamato ad attraversare, e quale traguardo è invitato a raggiungere, allora sarebbe consapevole che sempre, all’inizio della sua storia, c’era una schiavitù, ma che alla fine, dopo tanto deserto, si fa esperienza della libertà, desiderata nel tempo della prova e poi conquistata nella gioia».

Le nostre Caritas «sanno raccontare – continua il vescovo delegato – perché conoscono il passaggio che tante persone hanno fatto dalla schiavitù alla libertà. E lo raccontano, perché le hanno accompagnate a riscoprire la bellezza di essere, semplicemente e autenticamente, uomini e donne, mai perdute del tutto, perché hanno conosciuto la strada per ritrovarsi. “Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà”, dice papa Francesco. Abbiamo intercettato tante storie diverse e abbiamo capito che nessuno, proprio nessuno, è esentato dalla gioia della libertà, ma neanche dalla prova del deserto. La Chiesa conosce i deserti interiori e quelli sociali che molti sono costretti ad affrontare e a superare. Conosce la tenerezza dell’accompagnamento e lo stile di chi sa stare accanto a coloro che fanno esperienza di solitudine e di abbandono. In questo modo, la stessa Chiesa, attraverso i gesti di carità si autorigenera continuamente, riscoprendosi in missione a nome del vangelo (…)».
All’interno della pubblicazione, dieci storie raccontate dalle dieci Caritas diocesane dell’Isola, storie da leggere «con l’occhio di chi si sarebbe potuto trovare “dall’altra parte” – dice il delegato regionale Caritas don Marco Statzu – , in modo da comprendere cosa significa astenersi dal giudizio. Storie di persone che hanno ricevuto un dono, che sono state liberate e a propria volta diventano liberanti per altri. Storie da leggere per capire che è possibile convertirsi, è possibile cambiare, è possibile percorrere una strada di libertà e accogliere una vita nuova».

La newsletter intende essere uno strumento di animazione alla testimonianza della carità in questo importante momento liturgico; destinatarie privilegiate, le Caritas parrocchiali, ma anche tutte le altre realtà ecclesiali e non, impegnate nel servizio ai più fragili.

La newsletter è disponibile cliccando qui, dove potrà essere scaricata in formato pdf.

La “strage degli affamati” e il ricordo di Auschwitz

Foto tratta da Unsplash

“Voi che vivete sicuri/nelle vostre tiepide case,/voi che trovate tornando a sera/il cibo caldo e visi amici:/Considerate se questo è un uomo/che lavora nel fango/che non conosce pace/che lotta per mezzo pane/che muore per un sì o per un no.”

È il celeberrimo incipit di un testo breve, in versi liberi, dal titolo Shemà (che in ebraico significa “ascolta”), che apre lo struggente volume di Primo Levi Se questo è un uomo, opera in cui l’autore racconta, da sopravvissuto all’olocausto, la propria drammatica esperienza di discesa agli inferi di Monowitz e di Auschwitz.

Mi sono tornate in mente queste parole quando giovedì 29 febbraio si è saputo di un nuovo dramma che nel dramma più ampio della guerra a Gaza ha visto coinvolti innocenti palestinesi schiacciati tra terra e mare, tra le armi dell’esercito israeliano e il fanatismo di Hamas, tra la fame, le malattie, la precarietà igienica e la disperazione che impedisce di immaginare un futuro diverso dalla morte e dalla sofferenza.

Il nuovo dramma, in un dramma che ha già provocato la morte di oltre 30.000 persone in circa 5 mesi  di guerra a Gaza, forse passerà alla storia come la “strage degli affamati”: la morte di oltre 100 persone fra la folla accalcatasi ad al-Rashid Street (a sud di Gaza City) per prendere gli aiuti umanitari portati dai tir. La scena è stata ripresa dai droni israeliani ed è stata trasmessa dai media internazionali; una scena quasi surreale – se non fosse drammaticamente vera – che ha fatto sembrare quei disperati come tante formiche disorientate attorno a un pezzo di pane, da accaparrarsi ad ogni costo e con il solo obiettivo di sopravvivere.

Ancora è presto per stabilire come siano andati effettivamente i fatti, anche se diversi leader politici mondiali e le stesse Nazioni Unite hanno espresso profonda disapprovazione chiedendo al più presto chiarezza sulle responsabilità. Di sicuro si sa che da sempre la disperazione e la lotta per la sopravvivenza generano caos e disordine. Così come vivere in una eterna condizione di tensione e di minaccia senza soluzione di continuità rende iper-reattivi ad ogni sollecitazione che provenga dall’esterno. Sono certamente questi gli ingredienti diabolici che hanno provocato l’ennesimo dramma nel più ampio dramma di Gaza. Una strage assurda e inconcepibile, com’è ogni strage provocata dalla guerra.

La cosiddetta “strage degli affamati”, inoltre, ha prodotto un altro esito indesiderato che si aggiunge alla morte e al ferimento di tanti innocenti: la sospensione immediata dell’ipotesi di tregua che faticosamente si stava costruendo tra Hamas e Israele fino a poche ore prima della tragedia di fine febbraio. Tutto ciò mentre la situazione umanitaria a Gaza sta divenendo ogni giorno sempre più drammatica, con scene quasi apocalittiche: un quarto della popolazione è in stato di inedia; un bambino su sei, al di sotto dei due anni, soffre di malnutrizione acuta (mentre 12.500 sono già morti a causa della guerra); folle di disperati affamati bloccano le strade e le spiagge, dove provano ad arrivare gli aiuti. Sono diventate virali le immagini che ritraggono migliaia di civili palestinesi radunatisi  sulla spiaggia per tentare di raccogliere gli aiuti paracadutati da aerei giordani e che per errore sono caduti in mare: una moltitudine di disperati che, con imbarcazioni di fortuna o a nuoto, cercano di recuperare quella fonte di sopravvivenza, difendendola con bastoni e con la forza da altri disperati che lottano per la stessa ragione. Hanno fatto il giro del web anche le immagini di pagnotte impastate con la poca farina disponibile, l’erba secca e il mangime per animali; pagnotte impastate di disperazione e di lacrime che non riusciranno a sfamare tutta quella gente.

Noi che viviamo sicuri nelle tiepide case, noi che troviamo tornando a sera il cibo caldo e visi amici, consideriamo con onestà di coscienza e di intelletto se questo è davvero un uomo.

Raffaele Callia

AVVISO CONVOCAZIONE PROCEDURE SELETTIVE – Servizio Civile Universale (bando 2023)

La presente comunicazione equivale a convocazione ufficiale alle procedure selettive per i candidati che hanno presentato regolarmente la domanda per il bando di Servizio Civile Universale del 22 dicembre 2023.

Ogni candidato è tenuto, a pena di esclusione, alla presenza a tutti e due gli appuntamenti, salvo i casi di assenza per giustificato motivo. Le procedure selettive si svolgeranno conformemente al “sistema di reclutamento e selezione” accreditato.

La prima fase della selezione consiste in un corso informativo con dinamiche di gruppo e questionario di valutazione. Le selezioni proseguiranno con la seconda fase, consistente in un colloquio individuale.

Tutti i dettagli con l’elenco degli ammessi alle procedure selettive sono disponibili nei seguenti file allegati:

Convocazione selezioni SCU Bando 2023. Primo elenco
Convocazione selezioni SCU Bando 2023. Secondo elenco