18 ottobre 2024. Seminario “Raccontare il territorio. I bisogni di salute integrale nel Sulcis Iglesiente”

Venerdì 18 ottobre 2024, dalle ore 14.00 alle ore 17.00, nel Centro giovanile Santa Barbara a Iglesias (piazza Gorizia 15) si svolgerà il seminario “Raccontare il territorio. I bisogni di salute integrale nel Sulcis Iglesiente”, organizzato dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna, dall’Agenzia Redattore Sociale, dalla Delegazione regionale Caritas Sardegna, dall’UCSI Sardegna e dalla Delegazione regionale della FISC (Federazione Italiana settimanali cattolici).

Si tratterà di un momento di riflessione e confronto – il quinto e ultimo promosso nell’ambito della II edizione del ciclo di seminari formativi “Raccontare il territorio” – sulle problematiche relative al tema della salute nel territorio ma anche sulle risorse presenti e sulle potenzialità da valorizzare con il concorso di tante realtà pubbliche e del privato sociale.

Dopo l’introduzione di Francesco Birocchi, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, ci saranno i saluti di Andrea Pala, presidente UCSI Sardegna, di Roberto Comparetti, delegato regionale FISC (Federazione Italiana settimanali cattolici), di Raffaele Callia, direttore Caritas diocesana di Iglesias e responsabile Servizio studi e ricerche Caritas Sardegna.

A seguire, interverranno Stefano Caredda, direttore dell’Agenzia Redattore Sociale; Emilio Gariazzo, già medico chirurgo della ASL Sulcis Iglesiente; Gesuina Intilla, direttore del Centro di Salute Mentale della ASL Sulcis Iglesiente; Valeria Deplano, direttore dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza della ASL Sulcis Iglesiente; Annalisa Atzei, Presidente ABIO Iglesias.

Infine, un momento di dibattito e confronto coordinato da Giampaolo Atzei, direttore del settimanale Sulcis Iglesiente Oggi.

I giornalisti partecipanti avranno diritto a 3 crediti formativi.

6-7 ottobre 2024. Preghiera e digiuno per la pace. L’iniziativa della CEI

Raccogliendo l’invito di Papa Francesco, la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana invita le comunità ad unirsi alla preghiera del Rosario di domenica 6 ottobre e a vivere la giornata di preghiera e di digiuno del 7 ottobre.

In occasione del primo anniversario dell’attacco terroristico di Hamas a Israele, la comunità ecclesiale è invitata a pregare per invocare il dono della pace. Il giorno 6 ottobre il Papa si recherà alla Basilica di Santa Maria Maggiore, per recitare il Rosario e pregare la Madonna, chiedendo la partecipazione di tutti i membri del Sinodo dei vescovi. Tutti sono invitati ad unirsi alla preghiera del Rosario di domenica 6 e a vivere la giornata di preghiera e di digiuno del 7 ottobre.

«Non dobbiamo stancarci di chiedere che tacciano le armi, di pregare perché l’odio faccia spazio all’amore, la discordia all’unione. È tempo di fermare la follia della guerra: ognuno è chiamato a fare la propria parte, ognuno sia artigiano di pace», afferma il cardinale Zuppi.

In una lettera indirizzata alla Diocesi del Patriarcato Latino di Gerusalemme e che a ben vedere vale per tutto il mondo, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, ricorda quando il 7 ottobre «la Terra Santa, e non solo, è stata precipitata in un vortice di violenza e di odio mai visto e mai sperimentato prima. In questi dodici mesi abbiamo assistito a tragedie che per la loro intensità e per il loro impatto hanno lacerato in maniera profonda la nostra coscienza e il nostro senso di umanità».

Questo il testo della preghiera per la pace contenuto nella lettera del patriarca:

Preghiera per la pace

Signore Dio nostro,
Padre del Signore Gesù Cristo
e Padre dell’umanità intera,
che nella croce del Tuo Figlio
e mediante il dono della sua stessa vita
a caro prezzo hai voluto distruggere
il muro dell’inimicizia e dell’ostilità
che separa i popoli e ci rende nemici:
manda nei nostri cuori
il dono dello Spirito Santo,
affinché ci purifichi da ogni sentimento
di violenza, di odio e di vendetta,
ci illumini per comprendere
la dignità insopprimibile
di ogni persona umana,
e ci infiammi fino a consumarci
per un mondo pacificato e riconciliato
nella verità e nella giustizia,
nell’amore e nella libertà.

Dio onnipotente ed eterno,
nelle Tue mani sono le speranze degli uomini
e i diritti di ogni popolo:
assisti con la Tua sapienza coloro che ci governano,
perché, con il Tuo aiuto,
diventino sensibili alle sofferenze dei poveri
e di quanti subiscono le conseguenze
della violenza e della guerra;
fa’ che promuovano nella nostra regione
e su tutta la terra
il bene comune e una pace duratura.

Vergine Maria, Madre della speranza,
ottieni il dono della pace
per la Santa Terra che ti ha generato
e per il mondo intero. Amen

A un anno dal 7 ottobre 2023 la Terra Santa reclama la pace

Il prossimo 7 ottobre sarà trascorso un anno esatto da quel terribile attacco perpetrato da Hamas che ha provocato la morte di 1.200 israeliani, di cui la maggior parte civili, e il sequestro di centinaia di ostaggi. A quell’insensata violenza ha fatto seguito una reazione durissima dell’esercito israeliano nel territorio di Gaza, con pesanti operazioni militari ancora in corso e che ha già provocato la morte di oltre 40.000 palestinesi (soprattutto civili), decine di migliaia di feriti e quasi 2 milioni di sfollati. A ciò si è aggiunta recentemente l’apertura di un nuovo scenario di guerra a Nord, in Libano, contro l’organizzazione paramilitare Hezbollah, con il rischio di trasformare il conflitto locale in uno scontro totale a carattere regionale e non solo.

Mentre la guerra non cessa di produrre i suoi spaventosi effetti e nel frattempo si fa fatica a dare vita a seri negoziati  tra le parti, in uno scenario in cui continuano ad esercitare il loro peso interessi di vario genere e l’interferenza di diverse forze esterne, il 7 settembre scorso centinaia di migliaia di israeliani sono scesi nuovamente in piazza nella capitale, Tel Aviv, e in altre località, per indurre il governo israeliano a firmare un accordo per far cessare il conflitto, dando così il via libera al rilascio degli ostaggi ancora prigionieri nella striscia di Gaza. Le proteste di sabato 7 settembre sono state le più partecipate tra quelle organizzate a più riprese dalla popolazione civile israeliana contraria alla prosecuzione della guerra, confermando la convinzione sempre più diffusa che l’azione militare non sia in grado di salvare gli ostaggi e che l’unica strada da percorrere sia quella di un negoziato che porti al cessate il fuoco.

Seppure le vicende militari di questi ultimi giorni lascino intendere che si è ancora lontani dal poter raggiungere concretamente il cessate il fuoco è evidente l’urgenza che cessi al più presto la violenza. Come ha dichiarato il presidene della CEI, il cardinale Matteo Zuppi, è compito di ognuno di noi non «stancarci di chiedere che tacciano le armi, di pregare perché l’odio faccia spazio all’amore, la discordia all’unione. È tempo di fermare la follia della guerra: ognuno è chiamato a fare la propria parte, ognuno sia artigiano di pace». Il giorno 6 ottobre il Papa si recherà alla Basilica di Santa Maria Maggiore per pregare per la pace. Per il giorno 7 tutti sono invitati a vivere una giornata di preghiera e di digiuno.

Raffaele Callia